8xmille
Parte il progetto “Liberi di partire, liberi di restare”
L'iniziativa è lanciata dalla Conferenza episcopale italiana e riguarda il tema delle migrazioni con iniziative rivolte principalmente verso i minori migranti e le loro famiglie.
Trenta milioni di euro, tratti dai fondi 8xmille della Cei e una progettualità che si svilupperà lungo un triennio. Questi i primi numeri della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” lanciata dalla Conferenza episcopale italiana sul tema delle migrazioni con iniziative rivolte principalmente verso i minori migranti e le loro famiglie. Verranno coinvolte le pastorali competenti (Ufficio interventi caritativi a favore del terzo mondo, Caritas Italiana, Migrantes, Missio, Apostolato del mare), le realtà ecclesiali attive su tali tematiche (istituti missionari, congregazioni, associazioni e movimenti, cooperazione fraterna e internazionale) mentre verrà data centralità alle Chiese locali. I progetti, infatti, “verranno realizzati in primo luogo nei 10 Paesi di maggior provenienza dei minori – si spiega nella nota – con un’attenzione prioritaria all’Africa”. “Considerando le rotte migratorie, un secondo livello saranno i Paesi del Nord Africa, luoghi di transito e di continue sofferenze dei migranti in generale e dei minori in particolare”. Infine, “un terzo livello progettuale vedrà coinvolte le realtà ecclesiali attive nell’accoglienza e nella cura dei minori migranti in Italia a partire da quelle più vicine ai porti di sbarco degli stessi”. Tra gli ambiti prioritari di intervento vi saranno “l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, progetti di carattere sociale e sanitario, progetti in ambito socio-economico per la promozione di opportunità lavorative”. accompagnamento ai rientri di coloro che intendono volontariamente procedere in tal senso.
Un’iniziativa straordinaria che si sviluppi su un livello “culturale e pastorale generale sui fenomeni migratori” e che costituisca un’occasione di “finanziamento e realizzazione di progetti mirati e concreti”. Sono gli obiettivi della campagna Cei, dopo essersi impegnata durante l’anno giubilare per il “diritto a rimanere nella propria terra” riuscendo “a mobilitare in modo significativo l’attenzione di molte comunità cristiane in particolare e dell’opinione pubblica in generale”. “Ma le problematiche di fondo legate ai crescenti flussi migratori nel mondo – si legge in una nota – restano inalterate sia dal punto di vista concreto, sia dal punto di vista della percezione di tali fenomeni a livello culturale, mediatico, sociale”. “I grandi flussi migratori in atto di tali popolazioni, senza alcuna tutela dei loro diritti umani fondamentali, va ad inserirsi in una crisi internazionale ed europea sempre più pesante”, prosegue la nota, nella quale si sottolinea che “i migranti sono diventati spesso ‘merce di scambio’ per scopi politici o per baratti governativi”. “Ne consegue che accogliere i migranti non è sufficiente, ma occorre un approccio culturale, politico e pastorale ampio”, afferma la Cei, secondo cui “è necessario allargare le strategie di intervento, anche le nostre, includendo un’attenzione e una progettazione a partire dalle realtà locali nei Paesi di origine, in quelli di transito e in Italia, che si vada ad aggiungere in modo organico a quanto già si sta facendo”. Tra i beneficiari privilegiati vi saranno i migranti minorenni e le loro famiglie, le vittime di tratta e le fasce più deboli.