Facciamo spazio al Risorto nella nostra vita
La parola chiave di questa settimana è pace
La parola chiave di questa seconda domenica di Pasqua è pace. L’origine etimologica correla la pace all’idea di unione, legame e concordia. Più genericamente, la pace è quella relazione che unisce e limita ogni forma di conflitto. Per il credente, la pace è primariamente uno dei frutti della Resurrezione. Il Cristo Risorto, apparendo ai suoi discepoli nel Cenacolo, dona loro la pace. La pace cristiana non è dunque una mera assenza di conflitto, ma l’accoglienza di una persona. La pace è presenza di Dio nelle molteplici dimensioni dell’uomo. Vivere nella pace vuol dire far spazio nella propria vita al Risorto. La pace non si coltiva esclusivamente con uno sforzo volontaristico dell’uomo, essa nasce da mani capaci di sfiorare i segni dell’amore di Dio. Tommaso nel Vangelo tocca con le proprie mani i segni della passione, impressi per sempre sul corpo di Cristo. Quelle ferite ci raccontano l’amore di Gesù per l’umanità, la fatica di amare e l’assoluto realismo dell’amore. Le mani di Tommaso, immergendosi in quei segni d’amore, divengono mani capaci di costruire la pace. Dall’esperienza concreta di Cristo si risveglia nell’uomo la vocazione ad essere artigiano di pace. Senza Cristo la pace è solo un’utopia, perché è lui l’unico legame che può tenere unita l’umanità frammentata dal peccato. Ogni qualvolta che i nostri occhi riconoscono la presenza del Risorto in mezzo a noi, nasce un’occasione di pace. Tuttavia, per riconoscere il Cristo, è indispensabile avere occhi nuovi, pronti a vedere anche con il cuore. Per questo Gesù dona la pace, perché il cuore dei discepoli venga placato dai tumulti del timore e divenga così pronto a testimoniare la sua Resurrezione. Chi crede è in pace, perché rimane in costante unione con Dio. Cari amici, il vangelo odierno ci offre un modo per verificare se veramente nella nostra vita abbiamo fatto esperienza concreta del Risorto. Se il nostro cuore è in pace e il nostro stile è orientato a costruire la pace, vuol dire che la nostra quotidianità è abitata dal Risorto. Se invece ci riconosciamo più dediti al conflitto e alle mormorazioni, forse dovremmo chiedere la grazia allo Spirito di rinnovare il nostro sguardo per riconoscere Gesù vivo e presenza accanto a noi. Più Cristo è con noi, più profumeremo di pace.