Fede è abbandono totale nelle mani di Gesù

La parola chiave di questa domenica è fede

La parola chiave di questa dodicesima domenica del tempo ordinario è fede. La storia etimologica ci offre una doppia interpretazione: fede può essere intesa come virtù che ci lega a qualcosa o a qualcuno oppure  come credenza e osservanza. Dalla prima sfumatura la fede si presenta come fiducia, con la seconda si intende la fede come l’insieme delle dottrine credute. Il vangelo odierno pone l’accento sulla prima nota della fede, percepita come fiducia e abbandono nelle mani di Gesù. Ciò non vuol dire che non si debba tenere in considerazione la seconda accezione di fede. Entrambe camminano di pari passo. La conoscenza dell’oggetto della nostra fede dovrebbe alimentare e sostenere l’aspetto soggettivo della fede stessa, ovvero la nostra totale fiducia. I discepoli hanno vissuto delle prime fondamentali esperienze con Gesù. Hanno conosciuto chi egli sia e il suo stile, eppure ancora non si fidano pienamente di lui. Nel momento della difficoltà, plasticamente cristallizzato dalla tempesta che imperversa, i discepoli non riescono a rimanere tranquilli e dubitano che realmente Gesù possa prendersi cura di loro. Non è ancora sufficiente il tempo trascorso con lui. C’è ancora bisogno di più relazione affinché la fede possa maturare e divenire pieno abbandono in Cristo. Senza relazione non c’è fede. Sebbene la fede sia un dono che Dio effonde nell’uomo mediante il battesimo, essa è una realtà viva e dinamica. Necessita di costante cura per crescere e tale maturazione passa attraverso la relazione costante con Gesù. Se manca il riferimento quotidiano al Vangelo, il dialogo che da esso nasce e l’incontro personale nei Sacramenti e nell’amore ai fratelli, la fede rimane un dono formale che non ha nessuna ricaduta nella vita dell’uomo. Crescere nella fede vuol dire assumere lo stile del bambino che si affida completamente nelle mani dei propri genitori e non teme alcunché, specie nelle avversità. Cari amici, apriamo la nostra mente alla conoscenza del Signore, il nostro cuore all’accoglienza della sua persona e tendiamo le nostre mani verso si lui, per lasciarci condurre da Cristo stesso. Chiediamo la grazia di crescere nella fede mediante una relazione intima e concreta con Gesù: solo dalla conoscenza e dalla relazione il dono della fede matura e diviene lo stile proprio con il quale dare forma alla propria vita.