Attualità
Gli evangelari di Brexit
Qualcosa di simile accadde già moltissimi anni fa con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
La vittoria referendaria dei Leave e la conseguente uscita della Gran Bretagna dall’Europa, oltre al caos finanziario e all’inevitabile stato di incertezza, ha riproposto in maniera concreta la fragilità politica degli Stati di Bruxelles. Eppure qualcosa di simile, con le dovute differenze, accadde già moltissimi anni fa: nel 476 d.C. con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e lo sfaldamento di quel sistema di legioni, limes e territori che avevano unito il mondo. Inizialmente tutto sembrò destinato alla scomparsa, anche quell’immenso bagaglio di cultura che era il mondo classico. Ma se la struttura politica romana morì col suo impero, la cultura e l’arte riuscirono a sopravvivere in gran parte grazie alla tradizione cristiana e al ruolo degli ordini monastici. Furono le grandi abbazie sparse in tutta Europa ad assumere il ruolo di centri di conservazione e trasmissione di quel sapere antico, come testimonia la copiosa produzione di manoscritti miniati. L’intensa attività degli amanuensi era dedita soprattutto alla realizzazione di Bibbie ed Evangelari.Un ruolo significativo lo svolse l’abbazia di Bobbio, fondata nel 612 dal monaco irlandese san Colombano, e dove si produssero circa 700 codici miniati e alcuni utilizzando la ‘minuta’ irlandese, caratterizzata dalla iniziali zoomorfe, con figure di pesci, uccelli e complicati elementi geometrici. Importanti centri furono inoltre Luxeuill e Corbie, in Francia. Proprio a Corbie la scuola amanuense francese si caratterizzò per il motivo decorativo a grandi lettere figurate, come testimonia l’Hexaemeron del VIII secolo, custodito a Parigi (Bibliothéque Nationale). Ma i maggiori e più importanti centri di produzione miniata si svilupparono proprio in territorio britannico. Furono gli scrivani irlandesi ed inglesi a realizzare numerosi testi, introducendo nell’ornamento elementi innovativi, come l’ importanza data alla lettera iniziale, posta verso la colonna del testo. Le grandi abbazie si distinsero per la produzione di Vangeli di grande bellezza e originalità come il Libro di Durrow e di Kells (Dublino, Trinity College Library) ed il Libro di Lindisfarne (Londra, British Library) dell’VII secolo. Questi evangelari spiccano per la decorazione con ornati intrecciati, in uno stile tipicamente celtico, che creava una sorta di labirinto ottico di grande impatto emotivo. Una trama decorativa ancora più intensa e fitta si ritrova nel Libro di St Chad dell’ VIII secolo (Lichfield, Tesoro della cattedrale), che sviluppa un particolare stile grafico che tende quasi all’astrattismo e la decorazione assume le fattezze di un tappeto orientale. Maggiormente ancorati alla cultura classica, quasi in una ripresa della tradizione aristocratica romana, sono i codici miniati del periodo carolingio.Nei cosiddetti “Vangeli dell’Incoronazione” (Vienna, Kunsthistorisches Museum) prodotti tra la fine dell’VIII e inizio del IX secolo in Germania e così chiamati poiché furono ritrovati, nell’Anno Mille, nella tomba di Carlo Magno, emerge quello che Kitzinger chiama “eterno Ellenismo”. Qui vengono riprodotte a piena pagina le figure degli Evangelisti, assimilati ad antichi patrizi romani ed in posa, al pari di una statua classica. Inoltre le figure sono collocate entro una spessa cornice a fogliame e sul fondo si staglia un paesaggio definito da rapidi e decisi tocchi di pennello. Quella dei manoscritti miniati fu una produzione molto importante ed esclusiva, eppure oggi questi codici rivelano un dato ancora più significativo che va ben oltre la sola bellezza estetica, ovvero l’impegno nel trasmettere la cultura e la capacità di tramandare l’arte, attraverso una circolazione che andava dall’Italia alla Francia fino all’Inghilterra. Le comuni radici cristiane furono in quel tempo veicolo di aggregazione per tutta l’Europa. Oggi la Brexit non è altro che la logica conseguenza del cedimento di un albero senza radici.