A Cosenza è tempo di perdono: è iniziato il Giubileo
Cattedrale gremita per l'apertura della Porta Santa. Una grande folla anche davanti l'Episcopio, per i riti introduttivi presieduti dall'Arcivescovo.
Un Giubileo straordinario per tutti: il desiderio di Papa Francesco si è realizzato anche a Cosenza. Tantissimi i fedeli che hanno partecipato al rito di apertura della Porta Santa della Cattedrale. In una piazza Parrasio gremita dalla folla, monsignor Nolè ha presieduto i riti di introduzione. Dopo la lettura di una parte della Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, i fedeli, preceduti dalla croce ornata a festa, dal Vangelo, dall’Arcivescovo e dai sacerdoti, hanno raggiunto la piazza antistante il Duomo. La folla si è aperta in due ali al passaggio del Vescovo che sul sagrato, dopo l’abbraccio con monsignor Nunnari, ha raggiunto la Porta Santa della Cattedrale cosentina. Attesa e silenzio hanno preceduto il momento dell’apertura. Spalancata la porta, i pellegrini raccolti in preghiera nella piazza hanno potuto godere dell’immagine luminosa della Cattedrale aperta a tutti. Dalle tenebre e dal freddo della piazza alla luce e al calore della Cattedrale, dal buio del peccato al bagliore della Misericordia del Padre. L’emozione del varcare per la prima volta nella storia la Porta Santa di Cosenza si leggeva sul volto dei tantissimi pellegrini che l’hanno lentamente attraversata. Famiglie, giovani, anziani, consacrati, un flusso inarrestabile di persone. Grazie alle pedane installate a lato dell’edificio, anche le persone con disabilità hanno potuto facilmente raggiungere la porta.
Monsignor Nolè nella sua riflessione ha posto l’accento sulla gioia e la speranza alla quale ogni cristiano è chiamato: “Dio è sempre in mezzo a noi – ha ricordato l’Arcivescovo- ma non sempre noi cogliamo questa sua presenza e ci auguriamo che questo anno sia evidente che lui è il centro, è lui la fonte della gioia”. Ha così sottolineato la funzione prima del Giubileo straordinario: “è il tempo del grande perdono”. “Il Papa ci ricorda che Dio è contento di perdonare, fa festa quando un figlio torna a casa. Il padre, prima che il figlio gli chieda perdono, gli corre incontro, lo abbraccia, lo bacia: sono tre atteggiamenti di una tenerezza infinita. Poi gli cambia il vestito, gli mette quello più bello: ecco la veste nuova della misericordia che il Padre offre ad ognuno di noi se torniamo a casa, se varchiamo quella porta e ci riconciliamo”.
L’Arcivescovo ha spiegato ai fedeli che varcare la Porta Santa significa andare incontro al Padre che aspetta. “Prima che noi gli chiediamo perdono, Dio si commuove davanti ad un peccatore pentito”. Ma quale è la strada da seguire per vivere autenticamente questo anno giubilare? Per indicarla Monsignor Nolè ha citato i versi del poeta Papini: “quando io non avvertirò più amarezza e gelosia di fronte alla gioia dell’amico o del nemico, quando non proverò piacere dinnanzi alla sventura e alla disgrazia altrui allora ho incontrato il Signore, allora è Natale”. Da qui l’invito a vivere “lo stile di Dio”, che condivide gioie e sofferenze. Far proprio questo stile di vita significa lucrare l’indulgenza giubilare “perché varcare quella porta, ricevere l’abito nuovo significa stare nella gioia, trasformare il cuore e la vita, acquisire lo stile di Dio nell’incontro con i fratelli”. L’Arcivescovo si è poi fermato a salutare molte delle persone diversamente abili presenti nelle prime file, abbracciandole e baciandole una ad una. Nessuno può sentirsi escluso da questo abbraccio che il Padre fa arrivare a tutti tramite il suo corpo vivo che è la Chiesa. Un anno giubilare che sin dall’apertura si preannuncia ricco di emozioni anche per la chiesa cosentina, un cammino di condivisione e di apertura perché è nella carne del fratello che si incontra il Signore.