800 euro per ogni mamma

Questo il contenuto della petizione on line lanciata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII contenente un appello al premier Renzi. Il crollo della natalità, infatti, come rilevano da tempo alcuni autorevoli economisti, riduce notevolmente i consumi e rende insostenibile il sistema pensionistico, rende la popolazione sempre più ripiegata su se stessa

on 80, ma 800 euro al mese alle mamme, fino al terzo anno di vita del figlio». È questo il contenuto della petizione on line lanciata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII contenente un vero e proprio appello al premier Renzi. Quella che sembrerebbe una bufala, in realtà è una proposta molto interessante. Alla base della petizione c’è la consapevolezza che senza figli non c’è crescita e l’Italia sta già morendo di vecchiaia. “A una vera emergenza occorre rispondere con una scelta forte e precisa – spiega Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità. Come diceva il nostro fondatore, don Oreste Benzi, la mamma che fa soltanto la mamma lavora, anzi il suo è il lavoro con la ‘L’ maiuscola. Senza figli non si va da nessuna parte, vogliamo dire ai politici di smettere di fare convegni sulla famiglia ma di dare uno stipendio alla maternità (o alla paternità), solo così l’economia prenderà il volo e il Paese ripartirà”.

Il crollo della natalità, infatti, come rilevano da tempo alcuni autorevoli economisti, riduce notevolmente i consumi e rende insostenibile il sistema pensionistico, rende la popolazione sempre più ripiegata su se stessa. Eppure più gli esperti indicano nelle nascite l’antidoto alla morte lenta della nostra società, più la denatalità è un’epidemia inarrestabile: abbiamo raggiunto il minimo storico di 514mila bambini l’anno, talmente pochi da non riuscire a compensare i decessi e a consentire il ricambio generazionale. Alla base due fattori: quello economico, che si risolve proprio dando aiuti reali (si stima siano necessari 171mila euro per crescere un figlio fino alla maggiore età), e quello culturale, la caduta del valore della maternità, una tendenza che lo ‘stipendio alle mamme’ contribuirebbe rapidamente ad invertire: “Così proponiamo gli 800 euro al mese per 3 anni alle donne italiane o residenti in Italia da almeno tre anni e sotto una certa soglia di reddito che andrà stabilita. Avrebbe effetti immediati sul benessere della famiglia ma anche sulla percezione del valore della maternità e quindi sulla fiducia nel futuro”, spiegano alla Comunità Papa Giovanni XXIII.

E lo fanno conti alla mano: le mamme con bimbi fino a 3 anni sono circa 1,6 milioni; se, a partire dalle più bisognose, si desse loro un contributo mensile di 800 euro netti, la spesa totale sarebbe di 14 miliardi l’anno e il modo per reperirli è presto detto: 3 miliardi ci sono già, in quanto corrispondono alle attuali erogazioni dell’Inps a favore della maternità e “finanziare con questo importo lo stipendio alle mamme eviterebbe sovrapposizioni tra i due contributi”. Altri 5 miliardi derivano dalla rimodulazione degli attuali 80 euro al mese, oggi a favore anche delle classi medie con più di un reddito: “Si potrebbero escludere i single e le coppie senza figli a carico, ovvero circa la metà degli attuali beneficiari». Un altro miliardo si ricava dai tagli al costo della politica, che è pari all’1,5% del Pil (mentre le politiche a favore della famiglia sono solo l’1,2% del Pil, addirittura la metà della media europea!): “Basterebbe limare gli stipendi dei consiglieri regionali e dei parlamentari per recuperare agevolmente il miliardo”. Infine gli ultimi 5 miliardi arriverebbero dalle transazioni finanziarie, tassate con un’aliquota dello 0,05%.

Raffaele Scionti