Chiesa
Il Direttorio “Comunicazione e missione”. Vent’anni di storia
Il Direttorio “Comunicazione e missione” compie vent’anni. Per l’occasione si è tenuto, lo scorso 28 novembre, un seminario organizzato dall’Istituto Pastorale Redemtor Hominis presso la Pontificia Università Lateranense sulla storia di questo documento, che mette in rilievo l’importanza della comunicazione ecclesiale attraverso l’uso dei mass media. Era maggio 2004 quando la Cei l’approvò, raccogliendo i frutti di un lungo percorso iniziato con la promulgazione dell’Inter Mirifica nel 1963 sull’uso degli strumenti di comunicazione sociale, e proseguito negli anni con diversi eventi tra cui il Convegno ecclesiale tenutosi a Palermo nel 1995, che propose l’idea di una Chiesa in grado di comunicare al di fuori del sagrato, il Giubileo del 2000, che ebbe un impatto comunicativo enorme, e il meeting Cei “Parabole mediatiche” del 2002 sul fare cultura nel tempo della mediatizzazione. All’incontro presso la Lateranense hanno partecipato, tra gli altri, il Segretario Generale della Cei, mons. Baturi, il docente di Scienze della Comunicazione sociale alla Lateranense, Massimo Padula, e il direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, Vincenzo Corrado. Ha partecipato anche Mauro Ungaro, presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici, che ha ripercorso il ruolo svolto oggi dagli uffici per le comunicazioni delle Chiese locali. “Il Direttorio non è stato un documento qualsiasi, ma si è configurato da subito come “luogo” fecondo di conoscenza, relazione, formazione e soprattutto di azione” ha detto Padula. Parlando di azione si fa riferimento alla “missione” della Chiesa, che consiste nel favorire l’incontro degli uomini con il Vangelo in uno specifico contesto sociale, attraverso l’impiego dei moderni strumenti dell’informazione. “Tenere conto di come cambia il mondo della comunicazione” è – secondo Padula – una delle lezioni principali del Direttorio. Il cardinale Ruini, allora presidente della Cei, scrisse nella Presentazione del documento che “con il Direttorio si intende proporre alla comunità ecclesiale italiana un quadro strutturato dei contenuti e delle prospettive da cui partire per realizzare una pastorale che consideri le comunicazioni sociali non come un suo settore, ma come una sua dimensione essenziale”. È necessario attuare una “pastorale organica e integrata” – ha detto Corrado – che accolga le sfide della cultura mediale sempre più spinta verso la digitalizzazione dei contenuti. Il messaggio centrale di tale documento, sempre molto attuale, è che la comunicazione deve essere intesa come una grandezza costitutiva e trasversale dell’agire ecclesiale. L’auspicio per il futuro è che vengano formati sempre nuovi pastori, specializzati sull’uso dei mass media e sugli apporti che questi possono dare all’azione evangelizzatrice.