Chiesa
Riaperta la Cattedrale di Notre-Dame
Tra gli architetti coinvolti nella ricostruzione anche il calabrese Livio De Luca
La Cattedrale di Notre-Dame ha ufficialmente riaperto i battenti nel giorno della Vigilia dell’Immacolata Concezione, a distanza di cinque anni da quel terribile incendio del 15 aprile 2019 che provocò danni incalcolabili, tra cui il crollo della guglia, della copertura in legno, delle capriate e del pinnacolo ottocentesco al centro dell’incrocio tra la navata e il transetto. Nonostante la pioggia battente il celebre edificio di culto ha rivisto la luce, dopo che l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha battuto per tre volte con il suo pastorale la porta chiusa della cattedrale e il popolo ha cantato per tre volte: “Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso è il re della gloria” (Salmo 23). Il vescovo ha iniziato la sua omelia, dichiarando che “non ci sono solo i principi, i capi, i notabili nella Chiesa” e ribadendo che “la porta è aperta a tutti“, a credenti, non credenti e stranieri. Il 7 dicembre è stato un giorno memorabile per i francesi, perché il simbolo più bello e importante della loro nazione, eretto tra il 1163 e il 1250 in stile gotico, è tornato a risplendere. Le celebrazioni hanno avuto inizio quando le campane di Notre-Dame hanno ripreso a suonare intorno alle 19.10, tra grandiosi misure di sicurezza antiterrorismo. Molte le autorità e le personalità in vista che hanno presieduto al lieto evento, dal presidente Mattarella alla premier Giorgia Meloni, dal principe William d’Inghilterra al neo presidente americano eletto Donald Trump, dal presidente ucraino Zelensky al re belga Philippe, da Alberto II di Monaco a diversi leader africani. Una standing ovation generale ha reso omaggio ai vigili del fuoco che, il giorno dell’incendio scoppiato cinque anni fa, cercarono di salvare l’edificio che per loro esprime tutta la spiritualità cattolica francese. “Restituiamo Notre-Dame alla cristianità, alla Francia, al mondo” sono state le parole del presidente Emmanuel Macron che, nel suo discorso, ha esaltato l’arte e l’onore di sentirsi pienamente francesi, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito a salvare e a ricostruire la nota basilica. “Con la ricostruzione di Notre-Dame abbiamo riscoperto quello che le grandi nazioni potevano fare: realizzare l’impossibile” ha aggiunto il capo dell’Eliseo, che ha colto l’occasione per lodare l’ideale della fratellanza e l’aiuto reciproco, con cui è stato possibile realizzare un lavoro del genere. Il Nunzio Apostolico in Francia, S.E. Mons. Celestino Migliore, ha dato lettura del messaggio scritto da Papa Francesco, assente all’evento, e rivolto all’Arcivescovo Ulrich. “La rinascita di questa mirabile Chiesa costituisca un segno profetico di rinnovamento della Chiesa in Francia“, scrive il pontefice, “Invito tutti i battezzati che entreranno con gioia in questa Cattedrale a provare un legittimo orgoglio e a rivendicare il proprio patrimonio di fede. Cari fedeli di Parigi e di Francia, questa dimora, dove abita il nostro Padre Celeste, è vostra; voi ne siete le pietre vive“. Un luogo “costruito da coloro che vi hanno preceduto nella fede“, prosegue il messaggio, “le innumerevoli rappresentazioni e i simboli in esso contenuti hanno lo scopo di guidarti in modo più affidabile verso l’incontro con Dio fatto uomo e la riscoperta del suo immenso amore“. L’altro momento clou è stata la cerimonia religiosa della “rinascita del grande organo”, restaurato in seguito all’incendio. Il giorno dell’Immacolata (8 dicembre) è stata celebrata la prima messa alle ore 10.30, a cui hanno partecipato 170 vescovi francesi e stranieri e a cui hanno preso parte Macron e gli altri capi di Stato convenuti. Concluse le commemorazioni è stata celebrata la prima messa per il pubblico, in occasione della seconda domenica di Avvento. L’immane lavoro di restauro ha comportato diversi interventi architettonici: la ricostruzione della guglia, il rifacimento del tetto in legno, le operazioni di rivestimento dell’intelaiatura in legno della navata, del transetto e del coro. Tanti anche gli interventi interni tra cui la pulitura delle pietre e delle gigantesche vetrate, il restauro dei dipinti, il recupero delle cappelle e i lavori di fornitura elettrica. Dobbiamo ricordare che i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza della Cattedrale sono stati possibili grazie agli investimenti di 340 mila donatori, a cui mons. Ulrich si è rivolto ringraziando la loro generosità, e il loro “voler essere parte della bellezza, che salva l’umanità dalla tristezza, con questa opera collettiva“. I lavori hanno avuto un costo complessivo di 700 milioni di euro e hanno richiesto la collaborazione di operai, restauratori e architetti specializzati. Tra questi vi è anche l’architetto calabrese, originario di Amantea, Livio De Luca, direttore del Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi (Cnrs), che ha diretto il cantiere digitale per il restauro della Cattedrale di Notre-Dame. De Luca ha ideato uno strumento rivoluzionario, approntato prima dell’incendio, che ha rappresentato il cuore di tutto il cantiere coinvolto nel rifacimento digitale della basilica: la piattaforma Aïoli. Quest’ultima consente di raccogliere tutti i dati tridimensionali presenti e passati di un qualsiasi bene. Le annotazioni vengono elaborate dalla piattaforma che genera immagini 3D in continua evoluzione, perché alimentate dai dati inseriti dai diversi attori. Aïoli ha iniziato ad elaborare i diversi rilievi avvenuti prima del tragico evento. Alcuni dati dell’edificio religioso erano stati digitalizzati con laser scanner in 3D dallo studioso statunitense Andrew Tallow, prima del 2019. Grazie a questa piattaforma è stato creato un gemello virtuale della chiesa, frutto degli sguardi delle varie discipline e della condivisione delle diverse conoscenze prodotte dagli esperti coinvolti. È stato possibile sapere come fosse in passato la struttura, prima che l’incidente ne intaccasse l’integrità, studiandone la geometria virtuale. Notre-Dame è stata poi ripresa dall’alto con l’uso di droni ed è stata fotografata da tante angolazioni. Il gruppo di ricerca diretto da De Luca ha raccolto tutti questi dati digitali, interfacciandosi con un articolato cantiere scientifico composto da 175 ricercatori, allo scopo di creare un legame tra le informazioni prodotte nel cantiere fisico e quelle generate nel cantiere scientifico. Un grande supporto è stato poi dato da Art Graphique and Patrimonie (AGP), una società francese specializzata nella conservazione digitale di monumenti e manufatti culturali, che ha usato apparecchi di digitalizzazione 3D per produrre rilievi di Notre-Dame dopo l’incendio, confrontandoli con scansioni precedenti. La comparazione tra le vecchie e le nuove immagini ha permesso di rilevare le aree danneggiate per poter intervenire correttamente. Quest’esperienza multidisciplinare ha intersecato scienze umanistiche, ingegneristiche e informatiche, contaminando culture e saperi divergenti. Notre-Dame è risorta grazie allo sforzo di informatizzazione compiuto da questo amanteano e dal suo team di lavoro. De Luca è un vanto per la Calabria, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero. I fedeli possono ormai passeggiare dentro l’edificio di culto e, fino al 15 dicembre, accedervi nel pomeriggio dalle 15.30 e tutte le sere fino alle 22. Dal 16 dicembre la Cattedrale tornerà alla sua vita ordinaria, con la consueta celebrazione delle messe.