In città la lectio magistralis di Vicino sull’Immacolata Concezione

L’8 dicembre del 1854, con la bolla “Ineffabilis Deus”, papa Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. Il 170° anniversario della proclamazione di tale dogma è stato ricordato anche nel Cosentino con diverse iniziative, soprattutto religiose, ma non sono mancate iniziative culturali dedicate al tema. Tra queste, in particolare, si segnala la lectio magistralis tenuta sabato dal prof. Mario Vicino a Cosenza sul tema “Sine Macula. L’Immacolata e lo stupore delle arti”. Ad ospitare l’evento la chiesa di San Nicola di Bari in Cosenza nella quale, dopo i saluti del parroco Mario Cassano, Vicino ha introdotto il suo intervento soffermandosi sulla bolla del 1854 ed evidenziando soprattutto anche la lunga fase precedente, caratterizzata da dispute e studi teologici iniziati già in epoca medievale. Al riguardo, un posto privilegiato merita la figura del francescano Giovanni Duns Scoto, con la sua teoria dell’azione preservativa dell’immacolato concepimento della Vergine, ma si richiamarono a tale concetto teologico anche autori quali Dante Alighieri, Francesco Petrarca e numerosi altri, senza contare l’influenza esercitata nel mondo delle arti figurative. Una consistente parte dell’intervento di Vicino è stato infatti dedicata ad approfondire due rilevanti opere custodite a Cosenza e che raffigurano l’Immacolata: la tavola cinquecentesca di Pietro Negroni, custodita nel museo delle cappuccinelle-guanelliane, e la tela seicentesca di Luca Giordano raffigurante l’Immacolata come Donna dell’Apocalisse, ora custodita nel Museo diocesano e proveniente dal duomo, al quale era giunta nell’800 dal convento dei cappucini.