Chiesa
Le catacombe segni di speranza cristiana
Per il Giubileo un progetto per la valorizzazione dei cimiteri, luoghi di attesa per chi crede nella Resurrezione
Nel cuore nascosto di Roma, sotto le sue strade trafficate e rumorose, si apre un mondo silenzioso e pieno di meraviglie: le catacombe. Qui, secoli di storia, arte e fede dei primi cristiani si snodano lungo le labirintiche gallerie, scavate sapientemente nel tufo dai minatori, dove i defunti vennero deposti per addormentarsi nell’attesa della Resurrezione. Questi luoghi custodiscono la memoria storica e il ricordo delle gesta memorabili dei martiri. Lo scorso 4 dicembre, presso Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia alla Santa Sede, è stato presentato il progetto per la valorizzazione delle catacombe e la loro visita durante il Giubileo da poco inaugurato. Le catacombe sono veri e propri “emblemi della speranza”, come le ha definite mons. Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. “Il tema del Giubileo, “Pellegrini di speranza” trova, infatti, una sua singolare e suggestiva declinazione proprio nei percorsi catacombali … le catacombe, essendo “cimiteri”, cioè “dormitori”, testimoniano l’attesa, la speranza del cristiano, che crede nella Risurrezione di Cristo” ha sostenuto Bergoglio nel discorso rivolto ai partecipanti alla riunione plenaria della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra il 17 maggio scorso. A nord di Roma, lungo la Via Salaria, si trova la “Catacomba di Priscilla” (la “Regina delle Catacombe”), una vasto cimitero attivo dalla seconda metà del terzo secolo d.C., scavato a partire da una preesistente ampia cava di pozzolana. I visitatori possono ammirare suggestivi ambienti con affreschi decorati sulle pareti, che risalgono alla prima comunità cristiana di Roma. Profonde 35 metri e articolate su tre livelli, ospitano circa 40 mila sepolture, tra cui quelle di numerosi martiri, come i fratelli Felice e Filippo, figli della martire Felicita, e quelle di 7 papi tra cui Papa Silvestro. Il primo livello sotterraneo è costituito da un labirinto di gallerie irregolari, con affreschi che richiamano il Nuovo Testamento e che esprimono la fede nella salvezza e nella resurrezione. Lungo il percorso di questo luogo si incontrano: il “Criptoportico”, uno dei nuclei più antichi delle catacombe su cui si apre la “Cappella Greca”, uno spazio finemente decorato con cicli pittorici di alta qualità (storie di Susanna, adorazione dei Magi e una raffigurazione di banchetto, il “Fractio panis”). Tra le mete più affascinanti troviamo il “Cubicolo della Velata”, il cui nome deriva da una donna “velata” dipinta nella lunetta di fondo mentre prega. Tra gli affreschi della seconda metà del III secolo vi sono immagini del Buon pastore tra volatili, scene di salvezza dell’Antico Testamento e la Madonna col Bambino e un profeta (forse Balaam), la più antica rappresentazione della natività. Sopra le catacombe di Priscilla, gli scavi condotti tra il 1890 e il 1906 hanno riportato alla luce i resti di una basilica eretta sulla tomba di San Silvestro, papa nel 314. Tra le martiri più venerate di Roma c’è Sant’Agnese, una giovane di soli 12 anni che, coraggiosamente, sfoggiò una grande fede. Sepolta in un antico cimitero lungo la via Nomentana, il suo culto divenne così sentito che, nel quarto secolo, la figlia dell’imperatore Costantino, Costanza, volle essere tumulata accanto a lei in un magnifico mausoleo. Anche la madre di Costantino, l’augusta Elena, fu sepolta in un maestoso sepolcro che sorge a tre miglia di distanza dalla via Labicana, oggi via Casilina. Al di sotto si estende la Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro che, con le sue oltre 80 stanze affrescate, si può considerare una vera e propria pinacoteca sotterranea. Tra le gallerie si può scorgere la “Basilichetta” che custodisce le tombe dei due martiri, uccisi durante le persecuzioni di Diocleziano agli inizi del quarto secolo. Uno straordinario affresco li dipinge alla presenza di Cristo in trono con San Pietro e San Paolo. Poco più a sud di Roma, sulla via Appia Antica, la “regina viarum”, sorge un luogo di profonda importanza storica e spirituale: le “Catacombe di San Callisto” sorte alla fine del II secolo. Furono scelte dai pontefici della Roma del terzo secolo come cimitero ufficiale della Chiesa. Il cuore pulsante è, infatti, la cosiddetta “Cripta dei Papi”, un cubicolo monumentale che accoglie i resti di nove pontefici. Alle spalle di questa cripta c’è la “Cripta di Santa Cecilia”, la martire romana patrona della musica. Di notevole importanza sono poi i “Cubicoli dei Sacramenti”, datati ai primi decenni del terzo secolo d.C., che conservano pitture tra le più antiche delle catacombe raffiguranti il battesimo, l’eucarestia e la resurrezione. Proseguendo lungo la via Appia Antica si arriva al cimitero conosciuto all’origine col nome “ad catacumbas”, ossia “presso l’avvallamento”, per via delle cave di pozzolana esistenti nel sito. Proprio qui nasce il termine “catacomba”, usato oggi per tutti i cimiteri cristiani sotterranei. In questo luogo fu sepolto, in una suggestiva cripta, il martire San Sebastiano, che si fece uccidere da Diocleziano patendo un dure supplizio pur di non abiurare alla fede cristiana. Non bisogna dimenticare la maestosa basilica semisotterranea presso la via Ardeatina, costruita sui possedimenti di Flavia Domitilla per monumentalizzare le sepolture dei martiri Nereo e Achielleo, due soldati romani cristiani che furono vittime delle persecuzioni di Diocleziano. C’è poi “l’Ipogeo dei Flavi”, originato alla fine del II secolo d.C. come ipogeo pagano, poi convertito in luogo di sepoltura dei cristiani con tanto di decorazioni delle Sacre Scritture. Il “Cubicolo di Veneranda” e l’arcosolio detto “degli Apostoli Piccoli” documentano, invece, la storia delle pittura delle catacombe dalle origini fino al tardo impero. Non lontano dal Vaticano, sulla via Aurelia Antica, si trova il cimitero noto in antico con il nome “Octavilla”, la matrona romana che si occupò di seppellire il corpo del giovane martire Pancrazio, morto al tempo di Diocleziano. Da una scala della navata destra della basilica a lui dedicata, si scende all’interno della catacomba dove spicca il “Cubicolo di Botrys”, definito esplicitamente cristiano nel bell’epitaffio in lingua greca. Il viaggio tra le catacombe di Roma è un cammino dove, nell’apparente oscurità, brilla la Speranza e dove il silenzio racconta eloquentemente le radici autentiche del cristianesimo. Oltre all’apertura di queste catacombe, per il Giubileo del 2025 saranno rese accessibili anche le catacombe di San Lorenzo al Verano, di Santa Tecla, di Commodilla e di Protestato.