A Casali del Manco il presepe del maestro Carlo Furgiuele

Promosso dall’associazione ‘Macchia antico borgo’ e realizzato dal maestro Carlo Furgiuele, a Casali Del Manco, in località Macchia, troviamo il presepe artistico. Il maestro Furgiuele, appassionato presepista fin dalla giovane età, ha ambientato l’opera in Palestina utilizzando materiali semplici, gli stessi che utilizzava da bambino, come polistirene, legno, stucco e argilla. “Un’antica tradizione che si rinnova – sottolinea Carlo Furgiuele – per comunicare la fede, ma anche un’opportunità per porgere la mano al nostro vicino, per donare pace e amore; per fare la differenza con i nostri gesti, per far sì che sia un’occasione per regalarci un Natale “diverso”. Viviamo in una società spesso consumistica e sempre più attratta e distratta da ciò che è effimero e passeggero. Vengono attribuiti valori eterni e ideali a persone, cose e a fatti che non riescono a riempire il profondo vuoto che attanaglia e opprime il cuore”. E’ ancora notte. La carovana ha già ripreso il suo viaggio. Il lungo corteo, al seguito di personaggi riccamente vestiti, personaggi importanti, procede assai lentamente. Loro sono i re, forse astrologi. Il dondolio dei cammelli, il loro incedere lento, nel deserto, non disturba il silenzio. Il re moro, con l’avvicendarsi del giorno, al cielo alza lo sguardo e indirizza un saluto alla luna, la sua fidanzata , fedele compagna di viaggio. I magi giungono da terre lontane per raggiungere la meta agognata, hanno percorso più di duemila chilometri. La loro guida è un astro brillante. Lasciate le dune, un brullo paesaggio lo accoglie, un ripetersi di rocce e caverne, sotto lo sguardo di montagne lontane, fanno da cornice a misere case. “Il mio obiettivo è far rivivere le emozioni di un tempo. La storia che il presepe racconta accompagna le genti. Da quella umile stalla, troppo spesso ignorata, giunge un forte messaggio di amore e di pace. Spezziamo le catene della violenza, bandiamo l’odio, il rancore, l’impazzare di guerre, che sono lo specchio di un mondo malato. Gesù rinasce fra noi ogni anno, diamo uno sguardo ai presepi del mondo, giunge da essi un messaggio di pace. Il nostro presepe, con grande umiltà, vuole ripetere tale messaggio. Come piccolo seme, messo a dimora, si spera che sia capace di dare frutto”, conclude.