E se il badante fosse digitale?

Domino Health è frutto dell’intenso lavoro di un team tutto made in Calabria

Immaginate una persona che si prenda cura di voi. Che monitori i parametri vitali e che corra in vostro aiuto quando vi trovate di fronte a potenziali situazioni di rischio. Cosa c’è di strano, direte, in fondo nulla di nuovo rispetto a quello che fa un badante. Immaginate però che a farlo sia un ‘badante digitale’. “L’idea è nata il 2015, dopo aver vinto il premio come miglior progetto innovativo al Mau Calabria. Nasce dall’esigenza manifestata dal direttore sanitario di una Rsa che aveva bisogno di controllare un malato di Alzheimer dai rischi a cui si espongono chi è affetto da questa malattia o altre come la demenza. Abbiamo iniziato a studiare per dare risposta a questa esigenza e da lì nasce l’idea che diventa una start-up il 2019, dopo che la Regione Calabria, con il Dipartimento Ricerca, crede nella nostra idea e approva il progetto che porta alla nascita della DOM-ino Lab con il suo prodotto, il Domino Health”, spiega Luciano Ricci, founder della start-up DOM-ino Lab, una delle oltre 60 aziende incubata nel PIC, Polo di Innovazione Cassiodoro. A chi si rivolge? “Si rivolge sia al mercato business to business, quindi alle Rsa che hanno l’opportunità di offrire uno strumento ai propri ospiti garantendo una maggiore sicurezza, qualità e il controllo sui costi del personale; e al business to consumer perché il dispositivo potrà essere noleggiato dalle famiglie e utilizzato solo nel periodo necessario”. Dietro a questa bella pagina di innovazione un team di ingegneri, manager e programmatori tutto made in Calabria: Luciano Ricci, Antonio Valentini, Caterina Musci, Antonio Riccelli, Daniele Fazio, Gabriele Zullo e il programmatore  esterno Mattia Libico. Un sistema hardware per la raccolta dati e un’app che non invadono la libertà della persona controllata; si tratta di un dispositivo che crea un ambiente invisibile intorno alla persona. Utilizzabile tramite pc, smartphone o tablet, il dispositivo raccoglie informazioni: dal sapere se la persona si trova a letto o se sta compiendo una potenziale azione rischiosa, come caduta, lesioni o l’allontanamento, al monitoraggio costante di parametri vitali, come pressione arteriosa, saturazione, battiti e temperatura, che, se elaborati con algoritmi di machine learning permettono di fare un’attività predittiva e quindi andare a prevenire azioni o rischi di lesioni della persona; si tratta di informazioni criptate e gestite attraverso sistemi di password per cui la privacy è garantita. “I sensori di cui è dotata l’app- spiega- permettono di riconoscere e dialogare con i device a cui sono connessi a cui possono corrisponedere un sistema strutturato di intervento, come nel caso delle strutture assistenziali, o negli interventi domiciliariI dove sono i congiunti o il badante a ricevere l’alert da Dom-ino Health. Il dispositivo- precisa- non è di telemedicina pura, non vogliamo invadere il campo degli apparati elettromedicali classici, però abbiamo visto che ci sono delle concomitanze fra alcuni valori vitali tipici e l’insorgenza di malori che possono portare a loro volta ad incidenti, pertanto il nostro sistema riesce a mettere in relazione queste cose facendo un’azione predittiva”. Grazie a questo dispositivo, che applica l’innovazione tecnologica alla salute e al benessere, la persona vive in un ambiente più sicuro, essendo monitorato gode di una maggiore sicurezza e facilita il lavoro e allenta un po’ la fatica del caregiver”. La pandemia ha dato un’accelerazione agli studi, allargando le funzionalità complementari del sistema con l’evolversi delle ricerche; “abbiamo depositato oltre alle domande di brevetto del 2016 e 2018, che poi hanno portato al rilascio di due brevetti nazionali, altre due domande nel novembre 2020 e nel gennaio 2021. Noi col nostro prodotto siamo in un campo di copertura più ampia di quelle che sono le funzioni previste, cioè riusciamo ad assoldare in un unico dispositivo una serie di controlli che fanno di questo prodotto un unicum”. Intanto giungono “richieste che stiamo valutando. La nostra esigenza è crescere da un punto di vista finanziario e industriale, elemento che ci consentirebbe di modellare il nostro prototipo alle esigenze del mercato”, conclude.