Non esiste un siero “migliore”. Il nemico da combattere è il Covid

In queste settimane abbiamo dovuto assistere a quanti andavano alla ricerca della patologia “giusta”, utile a giustificare l’inoculazione con un siero “migliore”

In queste ultime settimane sarà capitato a tanti di raccogliere le legittime (solo in alcuni casi) preoccupazioni sulla somministrazione dei vaccini. Ma più che le vaccinazioni, a preoccupare è soprattutto la vaccinazione con l’ormai tristemente noto siero AstraZeneca (poi Vaxzevria), complice anche la sfacciata disinformazione cavalcata dai social, dove per qualche click in più sui propri siti si è pronti a rilanciare notizie false o tendenziose. A poco sono serviti i controlli e i pronunciamenti degli enti deputati a farlo (EMA, AIFA) e di quei giornali (compreso il nostro) che hanno sempre sottolineato la necessità di aderire senza remore alla tanto attesa campagna vaccinale.Così abbiamo dovuto assistere a quanti andavano alla ricerca della patologia “giusta”, utile a giustificare l’inoculazione con un siero “migliore”. Tutti al telefono a contattare preoccupati il proprio medico curante al fine di poter ottenere il salvacondotto utile ad aggirare l’ostacolo “anglo-svedese”. Tutti in fila con cartelle zeppe di analisi cliniche da mostrare al medico vaccinatore “che così ci consentirà di prenotare la vaccinazione con Pfizer o Moderna… che sono i migliori”. Ovviamente non siamo in grado di dare risposte sulla bontà o meno di questo o quel vaccino (e non sta a noi farlo, così come fare riferimento a dati e statistiche circa casi sospetti e controindicazioni), ma vogliamo però provare a lanciare una provocazione che in qualche modo prova a ribaltare il ragionamento fatto da quanti hanno preferito rinunciare in attesa di tempi migliori. Immaginiamo (si tratta solo di una boutade) che il governo decidesse di assegnare una cifra cospicua, diciamo 10mila euro, a quanti fossero in grado di dimostrare uno stato di piena salute. Sono sicuro che, quasi per magia, il nostro si trasformerebbe immantinenti in un paese di “sani come un pesce”, tutti in fila a reclamare l’agognato assegno. Ovviamente è ben lungi da noi l’intenzione di voler mancare di rispetto a quanti realmente soffrono e hanno bisogno di cure (purtroppo sono in tanti), ma vogliamo rivolgerci a quanti stanno in qualche modo rallentando la campagna vaccinale accampando inutili pretese che, nella maggior parte dei casi, vengono smontate dai medici. Chi avrà diritto ad un siero diverso (non migliore), sarà perché (e si tratta davvero di pochissimi casi) l’equipe medica avrà così valutato. Quindi tutti in fila (quando sarà il nostro turno) con fiducia e speranza. Il nemico da combattere è il Covid, e i vaccini (tutti), sono la soluzione.