Chiesa
Papa Francesco incontra ostetriche, medici ginecologi e operatori sanitari della Calabria
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Professionalità, sensibilità umana e preghiera le tre direttive indicate dal Pontefice per svolgere al meglio la professione medica.
Papa Francesco questa mattina ha incontrato in udienza i Membri dell’Ordine della Professione di Ostetrica delle Province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. “La vostra è una professione bellissima, una vocazione e un inno alla vita, tanto più importante in questo momento storico – ha detto il Pontefice rivolgendosi alle ostetriche, ai medici ginecologi e agli operatori sanitari dalla Calabria -. In effetti, in Italia, e anche in altri Paesi, sembra si sia perso l’entusiasmo per la maternità e la paternità; le si guarda come fonte di difficoltà e di problemi, più che come lo spalancarsi di un nuovo orizzonte di creatività e di felicità. E questo – lo sappiamo – dipende molto dal contesto sociale e culturale. Per questo voi, come Ordine professionale, – ha aggiunto il Papa – vi siete dati un obiettivo programmatico: invertire la tendenza della denatalità. Bravi! Mi congratulo con voi”. Al centro del discorso del Santo Padre “tre ambiti complementari e interdipendenti della vostra vita e della vostra missione: la professionalità, la sensibilità umana e, per chi crede, la preghiera“.
“Primo: la professionalità. Il continuo miglioramento delle competenze è parte non solo del vostro codice deontologico, ma anche di un cammino di santità laicale (cfr Omelia nella Messa con alcune Canonizzazioni, 15 maggio 2022). La competenza è lo strumento con cui potete esercitare al meglio la carità che vi è affidata, sia nell’accompagnamento ordinario delle future mamme, sia affrontando situazioni critiche e dolorose. In tutti questi casi la presenza di professionisti preparati dona serenità e, nelle situazioni più gravi, può salvare la vita.
Secondo: la sensibilità umana. In un momento cruciale dell’esistenza come quello della nascita di un figlio o di una figlia, ci si può sentire vulnerabili, fragili, e perciò più bisognosi di vicinanza, di tenerezza, di calore. Fa tanto bene, in tali circostanze, avere accanto persone sensibili e delicate. Vi raccomando perciò di coltivare, oltre all’abilità professionale, anche un grande senso di umanità, che confermi «nell’animo dei genitori il desiderio e la gioia per la nuova vita, sbocciata dal loro amore» (S. Giovanni Paolo II, Discorso alle ostetriche, 26 gennaio 1980) e concorra ad «assicurare al bambino una nascita sana e felice» (ivi).
Terzo punto: la preghiera. È una medicina nascosta ma efficace che chi crede ha a disposizione, perché cura l’anima. A volte sarà possibile condividerla con i pazienti; in altre circostanze, la si potrà offrire a Dio con discrezione e umiltà, nel proprio cuore, rispettando il credo e il cammino di tutti. Sempre però, con la preghiera, si contribuirà a rafforzare quella «ammirabile collaborazione dei genitori, della natura e di Dio, dalla quale viene alla luce un nuovo essere umano ad immagine e somiglianza del Creatore», come disse il Venerabile Pio XII (Discorso all’Unione Cattolica Italiana Ostetriche, 29 ottobre 1951). Vi incoraggio perciò a sentire nei confronti delle mamme, dei papà e dei bambini che Dio mette sulla vostra strada, la responsabilità di pregare anche per loro, specialmente nella Santa Messa, nell’Adorazione eucaristica e nell’orazione semplice e quotidiana”.
Infine il Papa impartendo la benedizione sui membri dell’Ordine della Professione di Ostetrica delle Province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia ricevuti a Casa Santa Marta ha incoraggiato a svolgere la loro missione “con entusiasmo e generosità”.
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