Verso il 25 settembre: alleanze e partiti

In calce anche la spiegazione rapida del Rosatellum, la legge elettorale che designerà il nuovo Parlamento della Repubblica Italiana. 

Il 25 settembre prossimo si andrà al voto. Gli italiani saranno chiamati alle urne, aperte dalle ore 7 alle ore 23. Ecco il sistema di alleanze e di partiti in vista delle politiche 2022, che eleggerà – dopo il taglio dei parlamentari – 400 deputati e 200 senatori. 

Le alleanze

Il centrodestra corre in Italia con un programma in comune e con quattro simboli: FdI, Lega, FI e Noi moderati. Ogni forza ha il proprio capo politico. All’estero i centristi passano la mano e ci sarà un simbolo unitario ‘Salvini-Berlusconi-Meloni’.

Il centrosinistra corre in Italia e all’estero con quattro simboli: ‘Pd. Italia democratica e progressista‘, Impegno civico, ‘Alleanza Verdi Sinistra’, +Europa. Ogni forza ha il proprio capo politico e programma.

Il terzo polo di Azione e Italia viva ha un unico simbolo e non è in alcuna coalizione. Il capo politico è Carlo Calenda.

M5S corre da solo. 

La legge elettorale: il Rosatellum

La legge Rosato, dal nome del suo relatore Ettore Rosato, ufficialmente legge 3 novembre 2017, n. 165 e comunemente nota come Rosatellum bis o semplicemente Rosatellum, è una legge elettorale della Repubblica Italiana che disciplina l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

È stata approvata in via definitiva al Senato il 26 ottobre 2017 e sostituisce la precedente legge elettorale italiana del 2015, nota come Italicum (valida solo per la Camera dei deputati) e la previgente legge Calderoli, soprannominata Porcellum (in vigore per il Senato della Repubblica e non abrogata dall’Italicum), ambedue soggette a pronunce di parziale incostituzionalità da parte della Corte costituzionale. Ha visto la sua prima applicazione alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.

Per tale legge: 3/8 dei seggi di Camera e Senato assegnati in collegi uninominali e i restanti con metodo proporzionale. Il peso politico della legge è spostato soprattutto sulla parte maggioritaria. Col taglio dei parlamentari, la norma prevede che 147 dei 400 seggi della Camera e 74 dei 200 del Senato vengano assegnati negli uninominali. In quelli, quindi, vince chi prende un voto in più.