Gli americani stanno scoprendo che con i nonni si vive meglio

Negli Usa alcune indagini recenti dicono che negli ultimi anni si sono invertite le tendenze (dalle famiglie a due generazioni con figli minorenni a quelle multigenerazionali), ma non si tratta solo di problemi economici. Il fenomeno è in rapida espansione al punto che già il 10% dei bambini e dei ragazzi americani sotto i 18 anni sta crescendo con un nonno in casa. Vantaggi negli studi dei più giovani, oltre che per la vita di relazione di tutti.

Incredibile ma vero, i nonni stanno tornando di moda. Negli Usa alcune indagini recenti dicono che negli ultimi anni si sono invertite le tendenze (dalle famiglie a due generazioni con figli minorenni a quelle multigenerazionali) ma non si tratta solo di problemi economici: gli americani stanno scoprendo che con i nonni si vive meglio.Secondo un rapporto del Pew Research Center pubblicato ad agosto, 60,6 milioni di americani, quasi uno su cinque (un record), vivevano in famiglie multigenerazionali nel 2014. Si tratta di un aumento del 30% in soli sette anni; nel 2007 erano 46,5 milioni le persone che vivevano in famiglie “multigen”. L’incremento riguarda soprattutto i figli adulti (con un’età superiore ai 25 anni). Per la prima volta, da 130 anni, la vita con i genitori per una fascia compresa fra i 18 e i 34 anni ha superato qualsiasi altra forma di residenza. La tendenza è in aumento in tutti i gruppi razziali. I dati Pew mostrano la varietà della popolazione “multigen”: il 28% sono asiatici; ispanici e neri rappresentano il 25% ciascuno e i bianchi sono alla fine della coda con il 15%. Tuttavia, ognuno di questi gruppi razziali è aumentato di due punti percentuali rispetto al rapporto Pew del 2009.Si tratta di una novità rilevante per gli Usa. Nel 1940, circa un quarto degli americani vivevano con tre o più generazioni in una casa. Dopo la seconda guerra mondiale, le famiglie americane sono diventate in gran parte a due generazioni, con genitori e figli minorenni sotto lo stesso tetto. Il fenomeno ha preso il via nel dopoguerra con la costruzione delle nuove periferie e l’instaurazione di un nuovo modello di vita. La percentuale di famiglie con più generazioni, negli Anni Cinquanta, era molto bassa, solo il 21%, ma ha continuato a scendere inesorabilmente raggiungendo una soglia minima del 12% nel 1980. Adesso invece il trend si è invertito e i nonni stanno conquistando una nuova centralità.

Il mercato immobiliare si è subito adeguato e sono cominciate le offerte per “due case al prezzo di una”. Si tratta di una formula architettonica prima ancora che economica. I nuovo complessi residenziali per le famiglia “multigen” offrono appartamenti che sono già divisi per consentire ai nonni indipendenza e privacy ma in modo che rimangano “a portata di mano”.  Lennar Case ha lanciato la sua prima comunità “Nex Gen” a Phoenix cinque anni fa ed è diventato uno dei primi leader del fenomeno “multigen”. Altri sviluppatori si sono immediatamente messi in coda, come Toll Brothers e Pardee Houses. Oggi, “Nex Gen” si è moltiplicato in più di 300 comunità multigenerazionali alla periferia di grandi aree metropolitane in diversi stati e sono già il triplo rispetto ad un anno fa. Sono in California, Nevada, Oregon, Washington, Arizona, Texas, Colorado, Minnesota, Florida, Maryland, Virginia, Nord e Sud Carolina.  “La crisi economica nel 2007-2009 potrebbe aver spinto le famiglie a vivere insieme sotto lo stesso tetto per necessità, ma oggi la convivenza ‘multigen’ è diventata una scelta consapevole, non è più una necessità”, spiega Donna Butts, direttore esecutivo di “Generations United”, un gruppo di servizi intergenerazionali per bambini e anziani.

Alcuni studi dimostrano che i bambini con almeno un nonno in casa vanno meglio a scuola. Secondo il “Census Bureau”, il 10% dei bambini Usa sotto i 18 anni stanno crescendo con un nonno in casa. Una ricerca compiuta nel 2008 in Inghilterra e nel Galles dall’Università di Oxford con un questionario che ha coinvolto circa 1.500 adolescenti, ha rilevato che i minori che vivevano con i nonni avevano meno problemi emotivi e comportamentali.