Cinque progetti europei per una vecchiaia migliore e attiva

Una squadra internazionale di scienziati ed esperti di tutta Europa in campo per costruire il futuro del Vecchio Continente, disegnare nuovi scenari e rimodellare sistemi sanitari e welfare in grado di far fronte alle sfide che lo attendono.

Quali sono le chiavi del benessere di popolazioni etnicamente variegate e sempre più anziane, ma anche con un’aspettativa di una vita più lunga, in grado di rimanere socialmente e professionalmente attive più a lungo e quindi anche di aiutare i giovani? Quali i migliori modelli di welfare per supportare il processo di invecchiamento senza creare iniquità tra le diverse generazioni? Come assicurare assistenza sanitaria agli anziani e al tempo stesso allocare risorse per le nuove famiglie, favorire le nascite, arginare le disuguaglianze in termini di aspettativa di vita legate a diversi livelli di istruzione e differenze nello status socioeconomico? A questi e molti altri interrogativi che permetteranno di disegnare il futuro del Vecchio Continente sono chiamati a rispondere gruppi di ricercatori impegnati in progetti internazionali e interdisciplinari che hanno vinto i finanziamenti della JPI More Years, Better Life per un totale di circa 7 milioni di euro. I progetti vincitori sono presentati in occasione della Conferenza 2016 del Joint Programming Initiative “More Years Better Lives” (Più anni, Vite migliori), che si è svolta a Roma presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico A. Gemelli, a dicembre.

“Crew” (Care, retirement and wellbeing of older people across different welfare regimes) è un progetto di un gruppo interdisciplinare composto da sei istituzioni in cinque paesi, che tenterà di indagare sui fattori che influenzano il benessere globale della persona anziana. “La nostra ricerca – spiega Bruno Arpino del Dipartimento di Scienze politiche e sociali della Universitat Pomepu Fabra (Upf) a Barcellona – riguarderà quattro temi. In primo luogo, analizzeremo i fattori che influenzano il benessere della popolazione anziana nella sua multidimensionalità, considerando sia aspetti legati alla salute fisica o mentale, sia al benessere soggettivo. In secondo luogo, studieremo in che misura prendersi cura degli altri (nipoti, genitori, coniuge…) incide sul benessere e le decisioni lavorative. In terzo luogo,analizzeremo le sfide poste ai sistemi pensionistici come conseguenza di cambiamenti nelle dinamiche familiari e nel mercato del lavoro.In particolare, studieremo come garantire sistemi pensionistici equi e stabili. Infine, esamineremo la popolazione di anziani senza parenti stretti, le sue caratteristiche e condizioni di salute”.

Il Progetto “Emmy” (European Welfare Models and Mental Wellbeing in Final Years of Life) è uno studio comparativo sull’impatto dei sistemi di welfare sul benessere mentale dei più anziani in Finlandia, Italia, Norvegia e Spagna, compresi gli aspetti come l’equità, l’inclusione sociale, la responsabilizzazione e la partecipazione. Sosterrà lo scambio di buone politiche tra gli Stati membri dell’Ue effettuando studi sulla realtà attuale nei quattro paesi partecipanti. Il progetto sosterrà lo sviluppo di modelli di assistenza sociale al fine di concentrarsi sul benessere mentale globale gli anziani.

Il Progetto “Weltransim” (Demographic change and intra and intergenerational distribution: Modelling the impact of different welfare models) ha lo scopo di spiegare come il processo di invecchiamento delle popolazioni influenzi i trasferimenti di risorse tra diversi gruppi di età e anche tra le persone della stessa generazione. L’invecchiamento della popolazione, spiega Ció Patxot della Facultat de Economia i Empresa della Universitat de Barcelona, comporta una maggiore pressione sui sistemi di sicurezza sociale, maggiore bisogno di assistenza sanitaria a lungo termine e, in generale, un cambiamento nei sistemi di assistenza sanitaria dei diversi paesi.A seconda delle diverse politiche del welfare, questi effetti dell’invecchiamento della popolazione avranno un impatto diverso sul resto della società. Il ruolo dei trasferimenti all’interno della famiglia (in tempo e denaro) sarà a sua volta fondamentale per capire come le società reagiscono al processo di invecchiamento della popolazione, che può portare a diverse fonti di disuguaglianza: tra i gruppi di età e anche all’interno generazioni (tra le famiglie con e senza figli). La direzione e la grandezza di tali disuguaglianze dipenderanno, tra l’altro, dalla struttura del sistema pensionistico e dal differente livello di istruzione.

Il Progetto “Circle” (Care and Income Redistributive Cycles in the Lives of Europeans) esplora gli effetti dei recenti cambiamenti economici e demografici sulla distribuzione intergenerazionale del reddito e sulla capacità delle famiglie di prestare assistenza ai propri membri in difficoltà e garantirne il sostegno economico in caso di bisogno, spiega Claudia Villosio, del “Laboratorio Riccardo Revelli – Centre for Employment Studies. Collegio Carlo Alberto”, a Moncalieri (To).Lo scopo del progetto è fornire nuove evidenze empiriche degli effetti delle interazioni tra i cambiamenti economici e demografici e sistemi di welfare sulla distribuzione delle risorse, dei diritti e delle responsabilità tra le generazioni. L’analisi copre l’insieme dei Paesi Ue.

Il Progetto “AgeWellAccounts” (Age-Specific Wellbeing- and Transfer Accounts: Evaluating Intergenerational Support) mira a fornire dati e metodi per valutare tutte le modalità di sostegno intergenerazionale nei vari Paesi europei. Si analizzeranno informazioni per i vari gruppi di età su diversi aspetti del benessere (dal modo in cui individui di diverse età trascorrono il tempo, al benessere soggettivo, alla salute…). Poi sarà fatta un’analisi dettagliata di come i diversi aspetti del benessere cambiano nel corso della vita. Il progetto è strutturato in tre pacchetti di lavoro che analizzerannola situazione economica, l’uso del tempo, salute, felicità e soddisfazione soggettiva.