Attualità
L’insensata violenza di Manchester, la condanna unanime
Il Paese rimane “unito di fronte al male”. "L'oscurità del male non ci travolgerà". Reagiscono i leader religiosi al terribile attacco terroristico di Manchester che ha provocato la morte di 22 persone. Tra le vittime purtroppo anche bambini e adolescenti, accorsi in migliaia per partecipare al concerto di Ariana Grande. Cattolici, anglicani, musulmani ed ebrei: unanime la condanna di ogni violenza.
Ha il volto giovane dei bambini e dei teenager l’ultimo terribile attacco terroristico in Europa. Erano da poco passate le 22 e 30 di ieri sera ed era da poco finito nell’arena di Manchester un concerto di Ariana Grande, pop star americana amata soprattutto dai giovanissimi, quando un boato sordo e terribile scatena il panico fra gli spettatori. 22 le vite spezzate da una bomba imbottita di chiodi e schegge metalliche. 60 i feriti. Tra le vittime del kamikaze finiscono anche molti bambini. La premier britannica Theresa May parla alla nazione da Downing Street, prima di recarsi a Manchester nel pomeriggio:
“Molti feriti dell’attentato sono in condizioni disperate e stanno lottando tra la vita e la morte”.La polizia conosce l’identità dell’attentatore, ma a questo punto delle indagini gli inquirenti non possono rivelarla. “È stato l’attacco più disgustoso e vigliacco, contro persone innocenti e giovani indifesi, con l’obiettivo di fare più vittime possibile”, dice ancora la premier May. “Avremo giorni difficili davanti a noi. Ma a Manchester, assieme al peggio, l’umanità ha mostrato anche il suo meglio. I terroristi non vinceranno mai. I nostri valori prevarranno sempre”.
Papa Francesco si è detto “profondamente rattristato per i feriti e la tragica perdita di vite causate dal barbaro attentato”, e ha espresso la sua “profonda solidarietà con tutti coloro che sono stati colpiti da questo insensato atto di violenza”. Nel telegramma, il Papa loda “gli sforzi generosi del personale di emergenza e di sicurezza” e assicura la sua preghiera “per i feriti e per tutti coloro che sono morti”, in particolare “per i bambini e i giovani che hanno perso la loro vita, e per le loro famiglie che sono nel lutto”.
Immediate le parole di dolore e cordoglio per le vittime dei leader religiosi. Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, invita in un comunicato il Paese a rimanere “unito di fronte al male” e in una lettera al vescovo cattolico della diocesi i Salford, della quale fa parte la città di Manchester, scrive: “Possa Dio concedere forza e fede a tutti coloro che hanno perso un familiare, ai feriti e alle persone che sono rimaste traumatizzate. Possa Dio accogliere nella sua Misericordia tutti coloro che sono stati uccisi.Possa Dio convertire i cuori di tutti coloro che commettono il male e far loro capire il suo desiderio e le sue intenzioni per l’umanità”. “Attacchi di questo tipo non hanno alcuna giustificazione”, dice il vescovo cattolico John Arnold, che guida la diocesi di Salford. “Ci uniamo in preghiera per tutti coloro che sono morti e anche per i feriti e le loro famiglie e chiunque è stato coinvolto in questa tragedia”. “Dobbiamo tutti impegnarci – aggiunge il vescovo – a lavorare insieme, in ogni modo possibile, per aiutare le vittime e le loro famiglie a costruire e rafforzare la solidarietà che tiene insieme la nostra comunità”. Il vescovo anglicano di Manchester, David Walker, ricorda anche come “molte vite saranno stravolte per sempre da questa tragedia” e spiega come “la rabbia provata quando capitano fatti così tragici va trasformata in una forza per il bene”. Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby: “Eroica Manchester, l’oscurità del male non ti travolgerà. Preghiamo per coloro che sono nel dolore e nella dura prova della perdita e per coloro che ci proteggono”.
Quello di Manchester è il peggiore attacco terroristico su suolo britannico dal 7 luglio del 2005, quando a Londra quattro bombe piazzate da Al Qaeda su mezzi del trasporto pubblico uccisero 56 persone, compresi i 4 kamikaze, e ne ferirono 700. Sono invece passati due mesi da quando il 22 marzo scorso un’auto aveva investito una dozzina di passanti sul ponte di Westminster, a pochi metri dal Parlamento britannico; l’assalitore era poi sceso e aveva attaccato un poliziotto di guardia all’entrata dell’edificio. Welby scrive: “Abbiamo affrontato attacchi terroristici prima e questo ultimo non ci sconfiggerà”.
Anche la comunità islamica inglese si è unito nel dolore con tutto il Paese. “I miei pensieri e le mie preghiere sono con le vittime e le loro famiglie”, scrive Harun Khan, segretario generale del Consiglio musulmano britannico. “Ho saputo che ad essere colpiti da ciò che la polizia ha confermato essere un attacco terroristico sono stati adolescenti e bambini. Questo è orribile, questo è criminale. Che gli attentatori affrontino il pieno peso della giustizia sia in questa vita che in quella successiva”. Il presidente del World Jewish Congress (WJC) Ronald S. Lauder invita all’unità. “Il mondo deve essere unito per rispondere e sconfiggere la piaga del terrorismo. Le nostre libertà e il nostro stile di vita devono trionfare”.
Solidarietà al popolo inglese è stata espressa anche da alcune Conferenze episcopali europee. Immediata la reazione dei vescovi francesi. Il segretario generale, mons. Olivier Ribadeau Dumas, scrive: “Condanniamo e condanneremo sempre la violenza e l’odio. Ci battiamo e ci batteremo sempre per la pace”. Dolore e shock sono stati espressi anche dal presidente dei vescovi irlandesi, mons. Eamon Martin.
Da Bruxelles, a nome della comunità politica europea, prende la parola il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker che assicura l’Inghilterra: occorre lavorare “accanto a voi per combattere contro coloro che cercano di distruggere il nostro modo di vivere. Essi sottovalutano la nostra e la vostra resilienza.Questi attacchi codardi, invece, rafforzeranno solo il nostro impegno a lavorare insieme per sconfiggere gli autori di tali atti vili”.