L’angelo, un compagno di cammino

Papa Francesco definisce l'angelo custode come un compagno di cammino, che ci guida. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che "l'esistenza degli esseri  spirituali, che la Sacra Scrittura chiama angeli, è una verità di fede.  In tutto il loro essere sono servitori e messaggeri di Dio". Ma scopriamo qual è la loro missione. Lo studioso, Monsignor Brambilla, si sofferma sul servizio e sulla nostalgia degli esseri intermedi tra Dio e il mondo.

Spesso degli angeli e dell’angelo custode si parla poco, nonostante la Sacra Scrittura sia animata da queste figure spirituali: dai cherubini fino alla folla angelica dell’Apocalisse. Ma qual è il compito dell’angelo nella vita di ognuno di noi? É salvaguardare la trascendenza di Dio, ovvero il suo essere misterioso rispetto al mondo, comunicando la sua parola e la sua azione. La Chiesa insegna che l’angelo custode non può mai allontanarsi dal suo protetto, in quanto gli è stato posto a fianco per illuminarlo secondo la luce divina e per aiutarlo nel condurre la volontà e i suoi atti secondo questa luce. É il fidato compagno a fianco di ogni uomo. Molti santi hanno avuto il dono di vedere queste figure celesti e di parlare con il proprio angelo custode. Santa Gemma Galgani, ad esempio, scherzava spesso con il suo angelo e rivolgendosi a lui diceva: “ma la finisci di spiarmi!”. Da un suo testo si legge infatti “Gesù non mi ha lasciata sola, egli permette al mio angelo custode di rimanere sempre con me”. Ma per compiere la sua missione l’angelo ha bisogno della buona volontà e della partecipazione del suo protetto. Poco potrà fare per un’anima che si chiude col peccato ai suoi consigli. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica viene affermato che “dal suo inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione”, ogni persona ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo alla vita (Basilio di Cesarea). Proprio per questo motivo abbiamo scelto come foto di copertina L’angelo custode, dipinto di Pietro da Cortona, esposto presso Palazzo Barberini di Roma, realizzato dal pittore immaginando lo spazio attraversato dall’incedere fluido dell’angelo dalle vesti candide, mentre si volge teneramente verso il giovanetto che tiene per mano, mentre in secondo piano emerge il dettaglio dell’angelo che accompagna l’uomo nell’intero percorso della sua vita. I grandi testimoni della fede hanno avuto il dono di vedere gli angeli ma ognuno in maniera differente. Tante sono le opere d’arte che li raffigurano con le ali. Ma hanno veramente le ali, un sesso e un’età? Qual è il loro aspetto? A questo tipo di domande risponde don Marcello Stanzione, esperto di angelologia nel volume “Inchiesta sugli angeli” curato insieme al giornalista Saverio Gaeta. “Essendo puri spiriti, e non avendo corpi, non c’è alcun motivo per cui gli angeli debbano avere le ali”, scrive don Stanzione. Raffigurarli con le ali è un modo simbolico per indicare la loro velocità e la loro residenza celeste. In riferimento all’età, gli angeli non sono sottomessi alla morte, ma sono abitanti dell’eternità, loro esistono fuori dal tempo e godono di una perpetua gioventù. Per quanto riguarda la questione legata al sesso degli angeli  è considerata oziosa per eccellenza. Gli angeli sono asessuati e non si riproducono. Perciò sono liberati dalla schiavitù dei sensi e, se conoscono l’amore, ignorano del tutto il desiderio umano. L’unico loro desiderio è di vedere la manifestazione della gloria di Dio. La felicità angelica è accresciuta ogni volta che Dio viene glorificato sulla terra. La vittoria riportata da Cristo sulle potenze delle tenebre, ogni conversione di peccatori, i trionfi dei santi e dei martiri entusiasmano gli angeli e li spingono ad aiutare con tutto il loro potere l’umanità nella sua lotta contro Satana. Gli angeli sono informati di tutto quello che Dio ha fatto, sta facendo e farà, e ne conoscono le finalità. Della bellezza di cui sono rivestiti gli angeli  troviamo diverse testimonianze. Sant’Angela da Foligno si meraviglia di provare tanta gioia e ammirazione dinanzi alla Corte angelica, così come San Giovanni della Croce che descrive il suo angelo custode come divinamente bello e più brillante del sole. In ogni caso l’angelo opera con una suggestione così discreta a livello della nostra coscienza che noi non la distinguiamo dalle nostre personali riflessioni e l’adottiamo come provenienti da noi stessi. Ma la voce degli angeli è la voce di Dio. E per chi si chiede se gli angeli dopo la morte del protetto vanno in pensione, don Stanzione risponde: la loro natura è di adorazione, destinata a non avere fine.

Allora, non dimentichiamocene del nostro angelo custode, e invochiamo ogni giorno la sua intercessione e protezione recitando quella preghiera che si impara da bambini: Angelo di Dio, che sei il mio custode illumina, custodisci reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

Il testo integrale si può leggere sul numero di Parola di Vita in uscita l’8 ottobre 2015.