Reliquie (2° Puntata): Sudari e Sindoni funerarie della cristianità

Proseguiamo il nostro percorso quaresimale tra le meravigliose reliquie che la devozione popolare, al di là di qualsiasi prova scientifica, ha elevato ad icone della Resurrezione di Cristo. Abbiamo più volte parlato della Sindone quale testimone prediletto del credo cattolico. Non bisogna pensare, tuttavia, che sia esistita una sola sindone funebre o sudario. Le reliquie, al tempo di Gesù, venivano duplicate o triplicate perché erano una forma di attrazione per i fedeli. È necessario, tuttavia, fare una distinzione terminologica tra “sudario” e sindone”. Lo storico Antonio Lombatti, nel suo volume “Il Culto delle Reliquie” (Sugarco 2007) sostiene l’idea in base alla quale con il termine “sudario” bisognerebbe riferirsi al lenzuolo messo sul volto di Gesù, mentre la parola “sindone” rimanderebbe al telo in cui fu avvolto il Cristo. Sono tanti, forse 200 o poco più, gli esemplari che richiamano alla memoria l’evento pasquale, oltre al più celebre panno di lino universalmente conosciuto come “Sindone” e conservato a Torino. Un altro sudario degno di considerazione è “il sudario della sepoltura”, conservato ad Oviedo in Spagna. Nel Vangelo di Giovanni (20, 4-7) troviamo scritto che Simon Pietro e il discepolo prediletto di Gesù “correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte”. Questa reliquia, delle dimensioni di 84×53 centimetri, comparve a Gerusalemme nel 650 circa. Sul panno non vi sono immagini ma solo chiazze indistinte. Pare che arrivò in Spagna nell’VIII secolo, anche se la sua presenza ad Oviedo è attestata solo nel 1075. L’analisi al radiocarbonio ha datato il sudario al 680 circa. La Francia è la patria di tanti panni funebri, molti dei quali sono dei falsi, mentre altri sono stati assurti a reliquie devozionali. Durante le crociate i re franchi contribuirono alla diffusione dell’attività di “inventio reliquiarum”. Un sudario di Cristo si trovava nel monastero di San Cornelio ad Aquisgrana. Carlo II il Calvo, nel IX secolo, lo traslò a Compiègne in Francia dove fu riposto nella Chiesa di San Cornelio. L’oggetto era senza immagini ma presentava chiaramente delle macchie. Durante la Rivoluzione francese andò smarrito. L’inventario delle reliquie del XVIII secolo riporta l’esistenza di un altro sudario nel quale fu avvolto Gesù, preservato nella Cattedrale di Saint Trophim ad Arles dove pendeva dall’altare. Anch’esso si perse dopo gli anni della Rivoluzione francese. Nella Chiesa di Santo Stefano a Besançon si dice che ci fosse il vero lenzuolo che avvolse il cadavere del Figlio di Dio, con tanto di immagine impressa su di esso. La reliquia fu analizzata durante la Rivoluzione francese e, con molta probabilità, nell’edificio di culto si trovava il modello che ne permise la falsificazione. La stoffa fu tagliata in più pezzi usati come bende. Nell’abbazia cistercense di Cadouin era ampiamente diffuso un culto, legato ad una sindone che era fonte di miracoli almeno fino al 1935. Era conosciuto in Aquitania e nelle zone circostanti. Nel novecento si scoprì che si trattava di un manufatto arabo con tanto di invocazione ad Allah. Il santo sudario di Cahors o “Santa Cuffia”, nella cattedrale di Santo Stefano, invece, è un oggetto che si richiude sotto il mento con un bottone. Un vescovo del XII secolo ne volle testare l’autenticità, mettendolo sulla testa di un morto che resuscitò.

Giunto da Acri grazie a due monaci agostiniani intorno al XIII secolo, lungo almeno 70 centimetri e cucito su un supporto, è il sudario della cattedrale di San Michele a Carcassone. Un’antica leggenda vuole che un pezzo di questo panno venne gettato nel fuoco ma, invece di bruciare, si sollevò e le braci ardenti si spensero. Negli anni novanta le analisi al radiocarbonio certificarono che la stoffa risaliva all’XI secolo. Un testimone del 1290 disse che nella Sainte Chapelle a Parigi si trovavano varie reliquie: la spugna, il legno della croce, i chiodi, la lancia, la corona di spine e il sudario di Gesù. Ora a Notre-Dame sono custodite solo la corona di spine e un frammento della croce. Un altro sudario si trovava a Yohanavank nel Caucaso, ma non ci sono notizie certe. Durante il comunismo sparì. Una metà della sindone funeraria di Cristo, donata all’inizio del XII secolo da Santa Cunegonda, si trovava nella cattedrale tedesca di Magonza, mentre l’altra metà era custodita nella chiesa parrocchiale di Sankt Emmeran.