Primo Piano
Cogliere nella quotidianità il valore dell’Amen
Francesco Gabbani racconta come la musica possa essere un invito alla riflessione.
Le canzoni possono essere strumento importante per sollecitare riflessioni sul modo di vivere dei nostri tempi”. Ne è convinto Francesco Gabbani, vincitore di Sanremo 2016 con il brano Amen. Ma Amen non è solo la canzone che grazie alla sua sonorità coinvolgente ha conquistato il podio più alto del Festival della canzone italiana, ma anche uno dei brani che Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, spesso intona durante gli incontri con i giovani, cita nelle sue omelie e ora anche nelle pagine del suo recente libro“Credo negli esseri umani”. “L’espressione “Amen”-racconta Francesco Gabbani- anche se fa parte della tradizione cristiana, è un termine che appartiene al lessico di tutti. E’ una parola che è già dentro di noi. Non dobbiamo impararla. Mons. Staglianò ha colto bene il tono della canzone, che non è una polemica nei confronti dei cristiani, ma un suggerimento: tutto dipende dai nostri comportamenti. Dobbiamo cogliere nella vita di tutti i giorni e in ciò che facciamo il significato profondo dell’Amen. E’ lì che sta il miracolo: provare a cambiare la realtà”. “Sapere che Monsignor Staglianò- dice Gabbani- canta la mia canzone è veramente un piacere ed è una cosa che mi rende anche orgoglioso. Usare i brani che sono conosciuti dai giovani per avvicinarli non solo ai valori strettamente cristiani, ma universali e condivisi è un modo intelligente per arrivare alle nuove generazioni attraverso il loro linguaggio. Anche se non sono molto praticante, sono cresciuto con questi valori che vanno al di là del senso strettamente religioso. Li reputo essenziali per vivere in questo mondo e per condividere al meglio la vita con gli altri. La fede ti permette di avere una sensibilità e un approccio all’esistenza diversi. Affronti la vita con un senso maggiore che si traduce nel rispetto di se stessi e degli altri. Non ho ancora avuto modo di incontrare Mons. Staglianò, ma mi piacerebbe. E chissà, magari avere anche l’opportunità di intonare insieme “Amen”, conclude Gabbani.Angela Altomare