I Comuni sono ancora i corpi vivi dell’Italia

Stiamo vedendo i sindaci all'opera: non come singoli, ma come espressione di comunità. Perché non c'è leadership e responsabilità efficace che non affondi le proprie radici in un tessuto di famiglie, di condivisione, in una parola appunto di comunità. Responsabilizzare le comunità locali e i loro rappresentanti, in primo luogo proprio i sindaci diventa così un modo per valorizzare le energie migliori e più tradizionali d'Italia. Un tessuto che, come abbiamo visto ancora una volta in circostanze drammatiche, mostra una straordinaria "resilienza", ovvero una capacità di assorbire e poi convenientemente reagire.

Completato il tragico bilancio delle vittime, pianti i morti come grande lezione per i vivi, i sopravvissuti e l’intera nazione, attivati ormai i servizi di emergenza, si comincia a traguardare la ricostruzione.Che, prima ancora che questione tecnica o economica è affare di classe dirigente: locale, regionale e nazionale. Oggi come in altri momenti di tragedia e di necessaria risposta: ovviamente con esiti diversi, e bastano i ricordi del Friuli e dell’Irpinia per non spendere troppe, inutili parole.Ma i primi segnali sono positivi, proprio a partire dal piano locale. Abbiamo visto, nella tragedia, comunità forti, coese, vivaci. È l’Italia dei borghi, delle piccole città, che, proprio sulla dorsale appenninica, quella più martoriata dal punto di vista sismico, trova le sue migliori espressioni, radicate in secoli di storia. Sì, i Comuni sono ancora i corpi vivi di un’Italia che sa darsi da fare. Stiamo vedendo i sindaci all’opera: non come singoli, ma come espressione di comunità. Perché non c’è leadership e responsabilità efficace che non affondi le proprie radici in un tessuto di famiglie, di condivisione, in una parola appunto di comunità.Ed è questa la parola chiave da recuperare e da rilanciare, la grande lezione politica di questa ennesima tragedia. Proprio perché la tragedia ci porta a recuperare i fondamentali. E di qui ripartire. Come sono lontane da queste storie reali, vere nella loro drammaticità, ma anche nella voglia di riscatto e di impegno delle comunità, le vicende “di plastica” della comunicazione politica: storie, persone che alla politica e alla società italiana, che di realtà ha tanto bisogno, molto possono insegnare.Responsabilizzare le comunità locali e i loro rappresentanti, in primo luogo proprio i sindaci diventa così un modo per valorizzare le energie migliori e più tradizionali d’Italia. Un tessuto, come abbiamo visto ancora una volta in circostanze drammatiche che mostra una straordinaria “resilienza”, ovvero una capacità di assorbire e poi convenientemente reagire. Così, applicando e valorizzando l’antica sussidiarietà, queste risorse locali e comunitarie possono rendere efficace l’investimento statale e il coordinamento regionale. L’altra faccia dei mille Comuni sono i mille litigiosi campanili che si pretendono autosufficienti. Bisogna invece tutto saper mettere in rete. Ecco il ruolo dello Stato. Abbiamo infatti ben presente il “lato oscuro”, le invadenze della criminalità e di interessi trasversalmente poco chiari, che, come gli sciacalli in questi giorni di tragedia, si annidano nelle pieghe di processi spesso opachi. Per questo è necessaria la catena della sussidiarietà, che deve poggiare su una base solida e così, tutti vigilando e operando, fare finalmente investimenti veramente produttivi per tutti.