Primo Piano
La donna oggi. Le prime pagine dei giornali diocesani
I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, rivolgono lo sguardo all’altra metà del cielo, in occasione della Festa della donna. "Le donne - rilevano le testate Fisc - meritano la giusta attenzione per quello che sono e che sanno realmente fare, nella società, nel mondo del lavoro e nella famiglia"
“Donne sempre più competenti, determinate, protagoniste nel mondo”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, rivolgono lo sguardo all’altra metà del cielo, in occasione della Festa della donna. “Le donne – rilevano le testate Fisc – meritano la giusta attenzione per quello che sono e che sanno realmente fare, nella società, nel mondo del lavoro e nella famiglia”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: situazione in Italia, cronaca e vita delle diocesi. Proponiamo una rassegna degli editoriali giunti ad oggi in redazione.
“L’8 marzo è la Festa della donna”. Un’occasione, è il pensiero che accomuna le riflessioni, per pensare senza retorica al ruolo e all’originalità delle donne oggi. “Per noi la donna è, ogni giorno, al centro: è l’angelo del focolare, come si usava dire tempo fa, per intendere il ruolo centrale nella struttura familiare, ma è anche la donna in carriera che lotta ogni giorno per affermare le proprie qualità professionali. Insomma, per noi la donna è il centro della vita. Del resto la nostra religione si fonda, tra l’altro, sulla figura di Maria: la donna, sposa di Giuseppe, che porta nel proprio grembo il figlio Gesù accompagnandolo, dopo la nascita, con sofferenza fino alla morte in croce per poi gioire della gloriosa resurrezione”, scrive Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino). La festa della donna diventa occasione di riflessione per “una sensibilità femminile che posa il suo sguardo sulle donne, con cui condivide il percorso esistenziale anche se in nazioni diverse, appartenenti a mentalità differenti”: così Cristiana Dobner in un editoriale pubblicato dal Sir, rilanciato dall’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) evidenzia che “ogni volta che una donna viene umiliata, tutte le donne vengono umiliate, indipendentemente dal colore della loro pelle, della loro nazionalità, della loro fede religiosa”. “A fronte di donne che vivono problematiche gravi, si contrappongono fortunatamente moltitudini di altre che vivono nel sacrificio (ammirevole) e nella generosità quotidiana (encomiabile), nella pazienza (costante) e nel segno evangelico dell’amore che si fa condivisione nel bisogno e nella sofferenza, che non recriminano bensì operano con il solo obiettivo del bene, fiduciose e rasserenanti. A queste donne” va “la gratitudine sincera per la qualità dell’esempio di cristiana accettazione e di vivificante testimonianza”, sostiene Amanzio Possenti, direttore del Popolo (Treviglio). Tra uomini e donne c’è “ancora troppa disparità, nei luoghi di potere, ma anche nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, in casa. Con la tentazione di vedere la parità come una ‘concessione’ al sesso debole e non come la normalità. Non aiuta un certo mondo dei media che mette in risalto uno stereotipo di donna non propriamente rispettoso della dignità femminile”, sottolinea Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano). Manuela Polli, vicedirettore dell’Arborense (Oristano), scrive: “Rivendichiamo i nostri diritti. Riflettiamo sulle battaglie di chi ci ha preceduto e non riduciamo l’8 marzo a un’ostentazione di maschilismo mascherato da civiltà”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), evidenzia: “L’8 marzo è l’occasione per ricordare, denunciare e combattere tutte le discriminazioni e violenze di cui sono ancora oggetto le donne in molte parti del mondo. Al tempo stesso è anche ‘festa’ per ricordare invece le conquiste sociali, politiche ed economiche realizzate negli ultimi decenni nella nostra cultura a favore della donna. Non possiamo certo elencare tra queste la aberrante teoria del ‘gender’, che pretende invece di annullare il maschile e il femminile con uno stravolgimento antropologico che mira a destrutturare i fondamenti della stessa distinzione sessuale umana”. L’Eco del Chisone (Pinerolo) si chiede: “Ha ancora senso parlare di 8 marzo per festeggiare le donne? La discriminazione di genere è un fenomeno che oggi tutti tendono a negare, almeno alle nostre latitudini. Ma in realtà c’è ancora molto da fare. E dunque gli auguri per questo 8 marzo li facciamo a quelle donne che sono invisibili. Le più invisibili di tutte sono le donne immigrate”. Il Popolo (Tortona) afferma: “Tutte le donne che conosco (quasi tutte) mi dicono che a loro la Festa della Donna non interessa niente”. E il ruolo delle donne nella Chiesa? Per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “le aperture non mancano così come le parole d’incoraggiamento, ma, nei fatti, è realistico affermare che il protagonismo femminile stenta a trovare forme di presenza originali, senza cadere nel rischio di scimmiottare ruoli clericali”.
Situazione in Italia. Sempre grande attenzione per la situazione in Italia. Il Ticino (Pavia) parla chiaro: “È ora che la classe dirigente, politica e no, apra bene gli occhi su una realtà che esige una chiara consapevolezza della necessità e dell’urgenza di una profonda riforma delle nostre istituzioni. È in ballo lo sviluppo democratico ed il progresso dell’Italia”. “Si perpetua un rapporto conflittuale tra i singoli cittadini e le Istituzioni, in cui prevale a turno la furberia dei primi oppure l’atteggiamento burocratico-oppressivo delle seconde”, denuncia Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova). Intanto, appaiono segnali di miglioramento, ma il nostro governo saprà approfittarne? “È un’occasione propizia che gli è offerta, di cui deve ringraziare il cielo e, sotto il cielo, soprattutto il presidente della Bce Mario Draghi, ma ora tocca a lui cambiare tutto questo in maggiore occupazione, aumento dei consumi, avvio di massicci investimenti nel paese”, scrive Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). “L’agenda del Consiglio dei ministri è fitta di impegni, ma tra i provvedimenti attesi c’è anche un nuovo decreto legislativo sui giochi d’azzardo”, ma “le anticipazioni rischiano di lasciare l’amaro in bocca”, perché “secondo quanto emerso, l’intenzione del governo Renzi è di far calare il numero di slot machine dalle attuali 350mila a ‘solo’ 250mila”, ma “verranno a decadere nel giro di sei mesi tutte le norme disposte in questi anni da regioni e comuni per limitare il fenomeno”, denuncia la Difesa del Popolo (Padova). I problemi non riguardano solo la politica e le sue scelte. Partendo dall’arresto di Roberto Helg, Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), sottolinea: “Il danno che provoca una vicenda come questa è la diffusione della sfiducia. Non c’è da credere più a nessuno e a niente, le parole sono gusci vuoti di sincerità e di verità”. Ricordando che tante famiglie, per la crisi economica, rischiano di finire in mano agli usurai, l’Ancora (S.Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto) ricorda: “Da noi opera la Fondazione Mons. Francesco Traini contro l’usura-onlus, la quale persegue lo scopo di prevenire il ricorso al credito illegale impegnando il fondo di garanzia in dotazione presso le banche convenzionate facilitando l’accesso al credito a famiglie o singole persone che versano in difficoltà economiche”. Di fronte alla disoccupazione “Con la Pastorale sociale e del lavoro, l’Agora del sociale promossa dall’arcivescovo Nosiglia e la Chiesa torinese, che unisce, le componenti sociali, politiche ed economiche, bisogna fare rete per ripartire”, avverte Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino).
Verità misconosciute. Sono tanti i nodi al pettine nella nostra società. “Oggi è in atto una nuova weltanschauung, una nuova visione dei valori, dell’uomo e della realtà in cui viviamo, della quale molti non hanno ancora preso piena consapevolezza”, ma “è estremamente urgente avere occhi che sanno guardare in profondità, per discernere le storture e gli inganni che il nostro tempo sta partorendo e che potrebbero produrre una ‘umanità disumanizzata’”, avverte Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia). “Oggi non possiamo più dire: ‘voglio una mamma e un papà’. Questa verità elementare è messa sotto accusa da una cultura che non riconosce il valore e la ricchezza della diversità sessuale. Chi si oppone, viene messo alla gogna”: Silvio Longobardi, direttore di Insieme (Nocera Inferiore-Sarno), denuncia la “violenza strisciante che cerca di impaurire e scoraggiare ogni pubblica manifestazione di dissenso”. Ricordando che “la Camera dei lord inglese il 24 febbraio ha dato il placet definitivo ad una legge che riconosce la possibilità ad un figlio di avere tre genitori”, Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche), evidenzia che “secondo gli scienziati a tutt’oggi non ci sono certezze scientifiche che eliminano malformazioni sui bambini” e che “al no della Chiesa cattolica si è aggiunto quello della Chiesa anglicana, che ha sottolineato le profonde conseguenze etiche, sociali e legali della creazione di un embrione umano con il Dna di tre persone”.
Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. Commentando la morte di Boris Nemtsov, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), osserva: “La Russia di Putin, all’inizio del terzo millennio torna ad essere un fattore di instabilità e di rischio per l’Europa. La politica interna assolutista e quella estera espansionista di Putin hanno molte somiglianze con l’imperialismo sovietico, di cui Putin fu un fattivo uomo di potere, convertitosi – non certo sulla via di Damasco… – in tempo ‘opportuno’ alla democrazia e alla fede ortodossa. Peccato però che della democrazia non abbia assimilato il rispetto del pluralismo e del confronto rispettoso e che, del cristianesimo, non abbia colto l’insegnamento sulla giustizia e sul rispetto della vita di ogni persona, oppositori compresi”. “Il 2 ottobre scorso, in un silenzio quasi totale, è partita ufficialmente la campagna ‘Un’altra difesa è possibile’, proposta di iniziativa popolare, per l’istituzione e il finanziamento del dipartimento per la difesa civile, non armata e non violenta. Don Milani, che era un grande educatore e aveva a cuore i giovani, avrebbe fatto suo questo appello. Gettare semi di pace è la prima virtù per questo nostro tempo sempre in guerra”, afferma Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Intervenendo sulla scuola, Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), evidenzia che si capovolge “la realtà chiamando ‘private’ le scuole ‘pubbliche paritarie’ e contestando che si tolgano i soldi dalle scuole statali per darli ai privati. In realtà sono i soldi dei genitori delle paritarie che pagano anch’essi le tasse”. Un altro nodo riguarda gli immigrati: “Il fenomeno migratorio non può esaurirsi nella solidarietà, nell’accoglienza. È una questione molto complessa, perché cambia lentamente e progressivamente l’identità di un popolo, di una nazione”, avverte Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Dalla cronaca internazionale e nazionale a quella locale. “Cosa manca ad Ancona per diventare la capitale delle Marche?”, si domanda Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), per il quale la risposta è semplice: “Manca solo la carta e il fiocco, cioè, fuor di metafora, manca la politica”. “Gli amministratori locali spesso si sentono abbandonati e isolati. La gravissima crisi economico finanziaria cui versa l’Italia (e in modo ancor più cronico la Regione sarda), non favoriscono politiche di sviluppo che permettano di accontentare i cittadini. La Conferenza episcopale sarda, nell’ultimo incontro tenutosi a Cagliari, ha invitato la classe politica affinché vengano promosse iniziative per risolvere i problemi più urgenti quali disoccupazione e povertà”, ricorda Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri). La Valsusa (Susa) ricorda che aprile 2019 “il Traforo del Frejus avrà due gallerie, una per ciascuno dei due sensi di marcia, aperte al traffico dei mezzi leggeri e pesanti”. Anche Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), punta l’attenzione sulla situazione locale: “Una quarantina tra sindaci ed amministratori comunali del nostro territorio, chiamati a raccolta: sul tavolo il nodo della ‘nuova’ Provincia che stenta a decollare, dopo la riforma targata Delrio e dopo gli ulteriori vincoli della Legge di stabilità”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), sottolineando che “mai come oggi, nel Vicentino, la paura sembra il vissuto prevalente in molte persone”, argomenta: “Bisogna decidere (come politica, media, attori sociali) se alimentare il fuoco della paura, oppure scegliere con coraggio l’unica strada che dà un futuro possibile: l’inclusione, l’accoglienza e la convivenza fatti con intelligenza e fiducia”. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) parla di “energia, ambiente e agricoltura: tre fattori di potenziale sviluppo sociale ed economico”.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. Il Papa “sa andare, senza sofismi, al cuore della gente, ed è questo uno dei segreti della sua vasta popolarità. E poi, soprattutto, incarna ciò che annuncia. È il primo testimone”, afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina). “Le parole di Papa Francesco ai 7.000 cooperatori giunti a Roma sabato scorso per incontrarlo in occasione dei 70 anni della ricostituzione di Confcooperative” sono “‘incoraggiamenti concreti’ che ci riportano alla radice del cooperare e che ci richiamano ad alzare lo sguardo, per affrontare il futuro con responsabilità e speranza”, fa notare il Nuovo Diario Messaggero (Imola). Ricordando i 50 anni dalla prima messa in italiano, il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) sottolinea: “Nella comunità cristiana, nell’eucaristia, in tutti i sacramenti, nella Parola di Dio, c’è una ricchezza che non va banalizzata né annacquata”. “Il procuratore Roberti ha accusato di ‘silenzi’ conniventi la Chiesa”, ma i vescovi calabresi “non ci sono stati all’ennesima accusa e hanno espresso in una nota amarezza per critiche che sono davvero ‘ingenerose’ nei confronti di chi (uomini e donne delle Chiesa) lotta ogni giorno”, sottolinea Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano). Ricordando la lettera inviata da monsignor Marco Doldi, vicario generale, per far il punto sul cammino programmato in diocesi per l’anno pastorale 2014-2015, Silvio Grilli, direttore del Cittadino (Genova), chiarisce: “La lettera vuole essere un aiuto per tutta la comunità a realizzarne gli obiettivi e ad inquadrare il cammino ecclesiale diocesano nel contesto delle indicazioni indirizzate dal Sinodo dei vescovi alla Chiesa universale e dalla Conferenza episcopale alla Chiesa italiana”. In tempi straordinari, dichiara Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), “forse è sufficiente riproporre il Concilio Vaticano II, che in questi 50 anni è stato sviscerato, approfondito, completato: in esso noi vediamo l’aggiornamento del Vangelo per il nostro tempo”. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) offre la testimonianza di un giovane sacerdote di Mosul, don Georges Jahola: “Noi come Chiesa sentiamo il dovere morale di sostenere la gente dal punto di vista psicologico per aiutarla a sopportare l’enorme peso di un disagio non voluto”. La Gazzetta d’Asti (Asti) ricorda che “giunge alla sua terza edizione la positiva iniziativa del ‘Cortile dei dubbiosi’ organizzata dal Progetto culturale della diocesi di Asti”. La Voce Alessandrina (Alessandria) parla del successo dell’incontro con Ernesto Olivero, “testimone di pace in tempo di guerra”, per i Martedì di Quaresima.