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Mons. Nunnari: “nella chiesa non c’è cittadinanza per i mafiosi”
Lo ha detto ieri pomeriggio a Lamezia nel corso del Seminario di Costruire Speranza su giustizia e carità in Calabria. E' l'ennesimo intervento del presidente dei Vescovi calabresi.
“Nella Chiesa non c’è cittadinanza per i mafiosi se non dopo la loro conversione e dopo aver dimostrato con atti concreti, visibili e pubblici il loro pentimento”. Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale calabra (Cec), monsignor Salvatore Nunnari, Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, intervenendo ieri sera a Lamezia Terme al primo degli incontri del progetto “Costruire speranza”, percorso promosso dalla delegazione regionale di Caritas Calabria per “realizzare itinerari di formazione degli operatori Caritas calabresi sui temi della legalità e della giustizia e sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia”. Come Chiesa, ha detto Nunnari, “non possiamo chiudere gli occhi e far finta di non vedere e non possiamo aprire la bocca solo per fare parole: la nostra missione è formare le coscienze, accompagnare gli uomini, educare le nuove generazioni alla giustizia che significa educarli al senso autentico della vita”. Per il presidente della Conferenza episcopale calabra “l’insidia” della ‘ndrangheta sta nel fatto che essa riesce a colmare i “vuoti” sociali, economici e culturali della società calabrese. Questi vuoti “non possiamo lasciarli riempire dai mafiosi ma dobbiamo riempirli noi con una cittadinanza solidale, una coscienza formata, una presenza cristiana radicata che crei ponti con tutti gli uomini di buona volontà che ricercano la giustizia e s’impegnano in nome del bene comune”.