La voce dei Vescovi calabresi: il cammino contro le mafie continua

Al Seminario San Pio X di Catanzaro la conferenza stampa di presentazione del documento "Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare". La voce dei Vescovi calabresi per un lavoro che la Chiesa locale compie da 100 anni.

“Nella Chiesa ogni ufficio è un servizio, un impegno in più, un lavoro in più”. Così monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace, ha commentato la sua elezione a presidente della Conferenza episcopale calabra, avvenuta questa mattina a Catanzaro. “Il presidente ha la funzione di coordinare i lavori dei vescovi cercando di favorire la collaborazione e la comunione” -ha detto mons. bertolpne nella conferenza stampa tenutasi nel Seminario San Pio X. Il presile si è poi espresso sul documento “Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare” pubblicato oggi dalla Cec. “La Sicilia e la Calabria sono un avamposto nel cercare di perseguire il fenomeno ‘ndranghetista,  non abbiano niente da rimproverarsi a livello di documenti”. Per mons. Bertolone “questo è un punto importante dopo un lungo cammino perché si danno delle norme precise circa le processioni, i padrini e le madrine nei sacramenti. Il tutto finalizzato ad avere una fede autentica, genuina, trasparente, che sappia essere testimoniata con la vita”. Per mons. bertolone il documento è “una guida per i presbiteri che a loro volta devono formare i fedeli. Le norme devono essere interiorizzate, questo porterà a un cammino difficile, faticoso, ma questo è già un orientamento importante”. Il valore del documento è stato sottolineato anche dall’Eparca di Lungro, mons. Donato Oliverio, che ha messo in evidenza l’importanza del ruolo dei testimoni durante le nozze celebrate in rito greco cattolico.

“La nota coglie le tante ricchezze della pietà popolare, ma mette in guardia dai rischi di una subdola partecipazione da parte dei mafiosi”. Lo ha detto monsignor Salvatore Nunnari, presidente uscente della Cec (Conferenza episcopale calabra), nella conferenza stampa di presentazione del documento “Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare”. “Le diocesi, avvalendosi di questo documento, sono chiamate a fare i loro decreti per applicare le indicazioni pratiche contenute negli orientamenti – ha detto il presule. La pietà popolare va purificata si, ma anche accolta”. Monsignor Nunnari ha sottolineato “la passione dei vescovi di questa terra di cogliere, insieme a tante positività della pietà popolare e della cultura di un popolo, anche i suoi rischi”. Nel documento “affrontiamo il problema della celebrazione dei sacramenti dell‘iniziazione cristiana, ma anche del matrimonio e dei funerali. La Chiesa non può negare a nessuno la preghiera davanti al Signore, ma non può ammettersi quello che è successo a Roma”. “La Chiesa non chiude le porte a nessuno – ha concluso monsignor Nunnari – perché è madre. Questo documento darà forza ai nostri parroci e i decreti saranno una compagnia che aiuterà i nostri laici e quanti sono impegnati nelle comunità”.

“Un percorso chiaro, preciso per un documento di grande speranza e forza profetica”. Così monsignor Francesco Milito, vescovo di Oppido-Palmi, ha definito il documento “Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare”, in corso di presentazione a Catanzaro. “Bisogna lavorare sulla cultura popolare e religiosa, la fede cristiana non può essere quella che uno ritiene secondo la propria testa. Ha una identità ben precisa”, ha aggiunto. Per monsignor Milito, “occorre passare dalle dichiarazioni, dai documenti, dai decreti a una incarnazione. Il tempio è casa di preghiera, le azioni liturgiche sono incontri con Dio: questo deve essere chiaro. Nessuno può dettare legge nella legge del culto”. Secondo monsignor Milito, “la ricchezza non va dilapidata ma controllata, purificata”. Questo documento “non farà miracoli, ma faremo passi avanti. C’è un punto fermo: aver fornito ai parroci dei riferimenti. I parroci e i vescovi avranno da combattere buone battaglie, ma per la fede bisogna combattere”. Per il presule “i no che si dicono sono fatti per mettere freni a ciò che non serve perché si possa capire cosa significa vivere la liturgia e la preghiera. Questo può diventare occasione di nuova evangelizzazione”.

“Occorre una presa di coscienza popolare”. È l‘auspicio di monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, alla presentazione sul direttorio della pietà popolare a Catanzaro. “Se non c‘è la collaborazione della base della Chiesa, rischiamo di non fare passi avanti. La nuova evangelizzazione deve partire dal cuore. Dobbiamo fare un cammino in questi termini”. “La religiosità popolare è una risorsa e una opportunità – ha detto monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all‘Jonio. Come vescovi dobbiamo dire grazie ai nostri parroci per tutto il lavoro che fanno a livello di purificazione della religiosità popolare”. Questo documento “va letto come una pedagogia: seminiamo oggi per raggiungere dei risultati forse non domani, ma dopodomani” ha aggiunto il presule, che ha ribadito: “Questo documento ha un valore profetico sui nostri territori”.