Primo Piano
Alumera… l’influencer di luce
La giovane Mariella Matera sta inondando i social con disegni e preghiere
“Come una lumiera (Comu ‘a ‘na lumera), che finché ha olio non si spegne, così la mia bocca, finché c’è amore non può stare zitta”. Si può sintetizzare così il manifesto d’intenti di Mariella Matera, 32 anni, in arte Alumera, l’influencer di luce che con i suoi post, i suoi disegni e le sue preghiere sta cercando di inondare il web d’amore attraverso i sui canali social. Originaria di Briatico da qualche tempo vive a Rogliano dove si occupa di grafica pubblicitaria. Partiamo dalla tua passione per il disegno. Quando e come nasce?Fin da quando ero piccola tenevo una sorta di diario dove scrivevo di fede, della nostra terra, di tutto quello che mi incuriosiva. Poi, tra il 2018 e il 2019, è maturata l’idea di annunciare la fede sui social. Il disegno è arrivato dopo e sfrutta le mie competenze di grafico pubblicitario. Quindi disegno, fotografia e tutta l’arte visiva, sono diventati il modo per portare fuori quello che ho dentro. In pratica ho iniziato a disegnare per Dio.Il tuo talento al servizio del Signore. Cosa ha fatto scattare la scintilla?Sui social circolano diverse immaginette di santi o di Gesù iper colorate, madonne con i brillantini… così ho pensato di voler dare un piccolo contributo per rendere il messaggio più genuino. Alumera nel nostro dialetto significa proprio voler portare una luce. Per me è significato mettere al servizio degli altri il dono che avevo ricevuto. Quindi utilizzare le mie capacità non solo per il lavoro, ma anche per l’annuncio del Vangelo; perché quando scopri la tua luce, sarebbe una grave mancanza tenerla nascosta. Dio ci chiama ad essere influencer di luce in un mondo dove siamo influenzati da ogni cosa.Nasce così Alumera, che però è arrivata dopo un lungo percorso di fede. Quali sono le figure più importanti?Il percorso c’è da sempre. Ho sempre sentito questo amore per Gesù. Fin da piccola sono sempre stata molto presente in parrocchia: come animatrice, nel coro parrocchiale. Ho poi avuto la fortuna di incontrare bellissime figure di sacerdoti a Briatico come padre Gianni, don Salvatore e poi suor Sonia. Poi, crescendo, la figura di spicco che ha rivoluzionato il mio modo di vivere la fede, è stata quella di Chiara Lubich. La mia vita è stata sconvolta in positivo da questo “incontro”. Fin da piccolina sognavo di cambiare il mondo con l’amore, ma è solo quando ho conosciuto la sua spiritualità che ho compreso fino in fondo come sarebbe stato possibile compiere questa rivoluzione. Tanti i lavori realizzati e le collaborazioni tra cui spiccano quelle con lo scrittore e teologo Paolo Curtaz. Le illustrazioni fatte per i percorsi di Avvento e Quaresima sono collaborazioni belle e importanti, anche perché si tratta di uno dei mie autori preferiti. Tuttavia, anche se questi lavori mi inorgogliscono e arricchiscono il mio percorso, serviranno a poco se non riescono a portare nulla di significativo nella vita di ogni giorno mia e di altre persone.Quindi un lavoro che si trasforma sempre in dono?Il mio lavoro ha l’obiettivo di provare a toccare il cuore anche di una sola persona. Se ai miei bei traguardi non corrispondesse l’incontro con Gesù nella vita di ogni giorno, non avrei realizzato nulla. Proprio per questo mi impegno a creare, anche con altri artisti e cristian blogger, una rete di cuori che comunicano luce e bellezza. Perché c’è tanta bellezza nel Vangelo e nella Chiesa. Noi abbiamo il dovere di provare a testimoniarlo come possiamo e come sappiamo fare.Il tuo lavoro è invito alla preghiera, riflessione personale, slogan da indossare e testimoniare… Si tratta di progetti in divenire perché quando ho iniziato non pensavo a questa sorta di merchandising. Chi mi segue sui social mi ha suggerito nuovi esperimenti: il quadretto, la maglietta, il bracciale… a quel punto provo a fare un piccolo sondaggio per capire quale potrebbe essere il gradimento delle persone che affettuosamente mi sostengono. Ovviamente il fine non è quello di guadagnare, ma di creare qualcosa di bello per comunicare quelli che per me sono pezzi della mia anima, perché ogni testo, ogni disegno è un pezzetto di quello che sento della mia fede.Da dove vengono questi pezzetti di luce?Dalla preghiera, dalla meditazione. Chiedo al Signore: tu vuoi? Questa cosa fa parte del tuo progetto? Infatti il titolo del blog è “diario di coincidenze impossibili”, proprio perché il Signore mi fa capire se quella cosa è da fare o no, se trova una coincidenza. Funziona così anche per le illustrazioni. Non mi sento obbligato a farne una ogni giorno per mantenere vive le interazioni con i follower. Sei quindi una influencer atipica?Si, perché il rischio potrebbe essere quello lasciarsi trascinare da questo mondo. Il mio obiettivo, invece, è quello di stare nel web da discepolo: vivere per il fine e non per lo strumento. Quindi non diventare schiavi di statistiche, follower, like… ma creare condivisione. Ho sempre pensato ai social come al progetto di Dio digitalizzato. Un mondo dove si dialoga tutti e si può essere amici; dove essere testimonial d’amore.È uscito da qualche giorno il tuo libro “Quell’amore che non riesco a trattenere” ed. UomoVivo. Di cosa parla?In buona parte si tratta di una sorta di riassunto dei post e dei disegni creati per i canali social dove cerco di testimoniare con creatività l’amore per il Signore. Poi provo a raccontare chi è Alumera, come nasce, qual è il suo scopo. Inoltre ad ogni fine capitolo c’è una scheda che invita il lettore a fare un’analisi della sua esperienza alla luce di quanto letto.