Padre Sebastian Vazhakala racconta Madre Teresa di Calcutta

Papa Francesco ha disposto di promulgare il decreto di canonizzazione della suora di Calcutta. Vi riproponiamo una lunga intervista pubblicata su Parola di Vita nell’ottobre del 2010 al cofondatore dei Fratelli Missionari Contemplativi della Carità,il ramo maschile della congregazione di Madre Teresa.

E’un racconto straordinario, pieno di commozione e ricordi ancora vivi, quello che Padre Sebastian Vazhakala,padre generale e cofondatore insieme alla Beata Madre Teresa di Calcutta dei Fratelli Missionari Contemplativi della Carità,il ramo maschile della congregazione di Madre Teresa, fa della piccola grande suora. Lei, “matita di Dio”, donna dall’aspetto fragile, ha fatto della carità al servizio degli altri, dei più poveri, dei bisognosi e degli ultimi, senza alcuna distinzione di razza, nazionalità e religione,considerandoli tutti, indistintamente figli di Dio, la sua ragione di vita e di quella sua incrollabile e intramontabile fede la sua forza, lasciando in eredità all’umanità un messaggio universale, capace di “sfamare” anche quella povertà più profonda, la povertà dello spirito. Quella di Madre Teresa di Calcutta, coraggiosa messaggera del Vangelo e autentica discepola di Dio, è stata un’esistenza esemplare, fonte di ispirazione e sollievo per tutti coloro che hanno conosciuto il suo appassionato lavoro di missionaria. Suo amico per ben 30 anni, Padre Sebastian Vazhakala ha lavorato fianco a fianco con la Beata di Calcutta dal 1966 al 1977. Nel 1984 Padre Sebastian ha dato vita, con Madre Teresa, al ramo laicale della Congregazione: i Missionari laici della carità, una sorta di terzo ordine, costituito da persone che, pur rimanendo nel  mondo, vivono la spiritualità della congregazione e si dedicano, nei limiti connessi al loro stato, al servizio dei più poveri. Nel 2003 ha scritto anche un libro in occasione della sua beatificazione dal titolo “Una vita con Madre Teresa”(Elvetica Edizione), nel quale non solo attraverso il racconto ma anche attraverso la raccolta di lettere, scritti e immagini inedite ricevuti dalla suora ha voluto condividere la sua esperienza mettendola al servizio degli altri. Ho avuto modo di conoscere Madre Teresa- ha raccontato  Padre Sebastian a Parola di Vita nel 2010- nel lontano Marzo del 1966, in occasione della visita che fece all’ università in cui io studiavo. Mi colpì molto il modo in cui viveva il Vangelo e le opere che faceva. In seguito andai a Calcutta e la incontrai il 30 Novembre del 1966. Fu proprio quel giorno che presi la decisione di seguirla e soprattutto di seguire le sue orme fino ad oggi”.

Quali sono stati i vostri rapporti? Vuole raccontarci la sua esperienza personale con la Beata di Calcutta?

Tutto il mondo conosce le opere di Madre Teresa. Nell’ incontro a Calcutta del novembre del 1966 lei mi disse che ciò che lei faceva, non era opera sua, ma opera di Dio. Allora non capivo quale fosse la differenza tra quest’ultima e l’ opera sociale. Con il passare del tempo ne ho colto la differenza:noi non facciamo qualcosa, ma lo facciamo per Qualcuno. Fu lei a spiegarmi che ogni persona è Gesù Cristo. L’opera di Madre Teresa era una continua preghiera. Lei diceva : “Noi preghiamo 24 ore su 24 in questo senso. C’è Gesù nella forma del pane per amare e adorare. C’è Gesù nella forma dei poveri per amare e servire”. Madre Teresa fece cose ordinarie con amore straordinario.

Qual è l’aspetto di Madre Teresa che la colpì di più?

L’umiltà e la fede. Lei è sempre stata umile. Pur avendo nel corso della sua vita ricevuto più di 700 premi, non ha mai cambiato il suo atteggiamento, né il suo modo di vivere o di parlare. Convinta che la sua opera fosse opera di Dio, ogni premio che riceveva, lo riceveva nel nome di Gesù e di tutti i poveri per la gloria del Signore.

Com’è nato il suo ordine religioso?

L’opera che Madre Teresa faceva ha due aspetti: uno umano e l’altro divino. E’ stato il Signore con il passare del tempo ad inspirarla nel fondare il ramo maschile. Vi sono cose che le suore non possono fare, come aiutare gli uomini. Gesù stesso ha visto questo bisogno e ha chiamato le persone alla vocazione.

Perché il ramo maschile si basa sulla contemplazione e la preghiera, mentre il ramo femminile è più dedito alle opere e all’azione?

In India la povertà materiale è quella più sentita, necessaria da “sfamare”, ma nel mondo vi è anche una povertà spirituale. Noi Fratelli missionari contemplativi non preghiamo solamente,ma ci dedichiamo anche all’apostolato. A Roma abbiamo per esempio Casa Serena, in cui assistiamo le persone senza fissa dimora. Oggi tra i religiosi c’è la tendenza a mettere la preghiera in secondo piano. Bisognerebbe invece mettere Dio in primo piano e poi le opere. Preghiera ed azione sono come due ali di uno stesso uccello, il cui volo è impossibile senza la presenza di entrambe. L’ Amore per il prossimo nasce dall’ Amore di Dio, non il contrario. Forse a volte l’ Amore per il prossimo aiuta ma è la preghiera che ci aiuta a fare quello che facciamo per i poveri. L’unica forza è Dio. Se ogni giorno milioni di persone vengono sfamate e assistite dipende dalla Provvidenza.

Qual è stato l’insegnamento più importante che ha ereditato da Madre Teresa?

Il Vangelo. Amare Dio con tutto il cuore, la mente e l’anima e amare il prossimo come te stesso. Madre Teresa non predicava, ma parlava con il cuore e con ciò che faceva. Bastava vedere come lei viveva, come lei sorrideva per capire che ciò che lei faceva era opera di Dio.

Quale invece il ricordo più bello che custodisce nel suo cuore?

Una volta a Calcutta, dopo aver servito il pranzo ai moribondi, mi disse di distribuire le sigarette. Pensavo di non aver capito e lei mi spiegò che quei moribondi preferivano più fumare che mangiare. Lei era una “Santa”: non faceva ciò che a lei piaceva , ma quello che piaceva agli altri.

E’ difficile oggi essere un seguace di Madre Teresa?

Non è difficile. Sembra. E’ una vocazione. E’ il Signore che ti chiama e tu senti la chiamata e rispondi. E’ la grazia di Dio cosi come la fede che ti aiutano nel cammino. Dal 1966 fino ad oggi, in molte parti del mondo in cui ho operato come Calcutta, Los Angeles, New York è stata la fede e la Provvidenza ad aiutarmi. Quando sono andato da Calcutta a Los Angeles per un mese non ho visto neanche un povero perché Los Angeles non è Calcutta. Dopo però ho scoperto una povertà più profonda e più grande: quello dello spirito. Ho vissuto lì un’esperienza incredibile: ho dormito nelle stazioni per avere l’esperienza dei poveri. Diecimila alcolizzati dormivano per strada, nei parchi pubblici. Nel mondo ci sono nuove povertà come il divorzio e l’aborto: nuove forme di povertà dello spirito che lasciano ferite profonde.