Editoriali
La gratitudine della Chiesa cosentina
Il ringraziamento della nostra testata al Pastore
Caro padre Salvatore, la parola che in tanti le stanno dicendo è “grazie”. Non vogliamo certo inflazionare questa parola, ma la vogliamo fissare sulla carta, a nome di tanti, a nome di tutti. Il servizio di un settimanale diocesano è quello di dar voce alla gente, al territorio e anche al Vescovo. Uno strumento della Chiesa per dire una parola, fra tante, con rispetto, a volte dichiarando da che parte stiamo… Questa volta, senza presunzione, vogliamo dire grazie a nome della Chiesa cosentina a Te, Padre Salvatore (è la prima volta che confidenzialmente, filialmente, ti diamo del tu). Lo facciamo a nome dei sacerdoti, tuoi primi collaboratori nel ministero, dei diaconi, dei seminaristi, dei religiosi e religiose, del mondo dell’associazionismo e del laicato delle nostre parrocchie. Sappiamo come in questi ultimi mesi, quasi come un’altra piccola visita, stai andando nelle parrocchie e stai ricevendo tanto affetto e tanti attestati di stima. Abbiamo visto come tanti occhi si riempiono di lacrime, abbiamo visto abbracci sinceri. Grazie perchè sei venuto qui, nel nome del Signore, hai portato la Croce con noi e tante volte per noi, hai custodito la comunione e la gioia, ti sei fatto annunciatore di speranza e costruttore di ponti. Non ci sono stati muri alzati tra te e gli altri, poveri e ricchi, semplici e istruiti, istituzioni e gente del popolo. Sei sempre corso da chi aspettava la presenza della Chiesa, senza giudicare, solo per amore, solo per una consolante carezza. Uomo dalla casa aperta, perché era aperto il cuore… quanti e quanti di noi hai accolto di giorno e di notte nell’episcopio e nella cucina di casa. Grazie per questa paternità che nessuno può negare. Magari a volte non capita… a volte non compresa nella serietà di un ministero che deve dire dei ‘no’, deve additare la strada. Tanto hai fatto per questa Chiesa cosentina: dal Seminario alle parrocchie fino alla nostra piccola grande realtà di PdV. Abbiamo provato a darti una mano, a starti dietro, raccontando il tuo ministero, non sempre ci siamo riusciti, ma ti siamo davvero grati perché ci hai insegnato ad amare la Chiesa, questa Chiesa.