Attualità
Vescovo e Popolo, storia di un abbraccio

Primo pontefice crossmediale nella storia della Chiesa vicino ai fedeli sino alla fine
Il pontificato di Papa Francesco ha segnato, sin da subito, un cambio di paradigma nell’immagine della Chiesa Universale. Il ‘Papa delle genti’, così è stato battezzato dai tanti fedeli che, nel tempo, lo hanno seguito negli anni del suo vicariato. Quello di Bergoglio è stato un pontificato innovativo soprattutto nell’adozione di un linguaggio aperto alle nuove frontiere del digitale: del 2013 è il suo primo tweet, del marzo 2016 l’esortazione ‘Pregate per me’ nel suo primo post Instagram, ospite nel 2022 nei programmi televisivi. Un ‘papato del dialogo’ con le religioni, con i popoli, con le culture, con le nuove generazioni che, nel la via della Misericordia, ha continuato a perseguire instancabilmente gli insegnamenti dell’amore evangelico che si fa prossimo ai piccoli così come ai potenti della terra in un incessante richiamo alla fratellanza e alla Pace. “In questo senso la misericordia è il resto irriducibile della Legge, il suo ‘seme santo’, come direbbe Isaia, ovvero ciò che sfugge alla logica del calcolo e del merito, ciò che eccede il meccanismo legalistico della retribuzione simmetrica – scrive Massimo Recalcati nel post pubblicato a poche ore dalla sua morte – come insegna la parabola evangelica del buon samaritano la fede non è l’adesione ad un dogma, ma la cura della ferita. È l’immagine della Chiesa come ‘ospedale da campo’ proposta da Francesco. Ma è anche l’immagine di questi giorni del suo stesso corpo malato, costantemente in bilico tra la vita e la morte”. Attento alle premure di quanti, nell’attesa del suo ritorno, hanno vegliato fuori dal Policlinico Gemelli di Roma. “Non è il Pontefice che rassicura, ma quello che interroga, non è il guardiano dell’ortodossia ma l’apertura del dialogo, non è colui che incentiva politiche di esclusione ma colui che ha fatto dell’inclusione un programma politico, non è il custode della natura infallibile della Legge ma la sua incarnazione testimonia le. Nel Vangelo, Gesù si china sui peccatori, mangia e beve con i pubblicani, guarisce nel giorno di sabato, scandalizza i benpensanti, frequenta le prostitute, sta con i poveri e i diseredati. La sua esistenza è ek-statica, dinamica, impossibile da ricondurre alla statica senza vita della dogmatica religiosa. Gesù è uno sconfinamento continuo, un’eccedenza, un desiderio che non teme ma ama lo splendore e l’atrocità della vita. È la stessa ek-stasi, la stessa eccedenza, che ritroviamo in Francesco”, conclude lo psicanalista. Un apostolato della prossimità, compassionevole nelle sofferenze del dolore dell’esistenza, sorretto dalla speranza nell’abbandono a Maria. Un apostolato della prossimità svolto nel continuo richiamo ai valori della fratellanza e della Pace. Pescatore di uomini e donne, lascia nel cuore di molti, credenti e non, l’affetto di un’umanità tradita dalle logiche economiche della ricchezza e del potere. Il suo ricordo è quello di un Papa che cammina tra la gente, la abbraccia e, nella concretezza dell’esempio, continua ad amarla; dai primi momenti del suo vicariato, come nella prima celebrazione a Sant’Anna, sino agli ultimi giorni trascorsi nell’abbraccio dei fedeli in Piazza San Pietro. Simbolico il vangelo di Marco di questo lunedì: “Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: ‘Salute a voi!’. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”. Nell’immagine esultante delle pie donne, custodiamo il ricordo di un Papa il cui nome ha reso vicina ai piccoli la legge dell’Amore che dona se stessa.