Editoriali
Gmcs2019. La comunità come antidoto all’individualismo
L'editoriale scritto per noi dal direttore Tornielli, Dicastero per la Comunicazione
Per essere “membra gli uni degli altri” come ci insegna san Paolo dobbiamo passare dai social network alla comunità. È impegnativo ciò che chiede Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali. È impegnativo e attualissimo: ogni giorno sperimentiamo che, nonostante la rete e nonostante tutti siano sempre più social e costantemente connessi, a crescere non è la comunità. Crescono invece l’individualismo, l’uso di parole di scherno e di odio da parte di chi si sente protetto dietro lo schermo del pc, la frenesia di commentare su tutti e su tutto senza prima aver conosciuto i fatti su cui si “postano” commenti.Certo, ci sono eccezioni, ed è per questo che Francesco riconosce nel suo messaggio: “Nei casi migliori le community riescono a dare prova di coesione e solidarietà”, ma aggiunge subito dopo che “spesso rimangono solo aggregati di individui che si riconoscono intorno a interessi o argomenti caratterizzati da legami deboli. Inoltre, nel social web troppe volte l’identità si fonda sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, dell’estraneo al gruppo: ci si definisce a partire da ciò che divide piuttosto che da ciò che unisce”.In effetti, lo constatiamo anche in casa cattolica, ci sono persone che si dicono cristiane e ogni giorno cercano il modo di attaccare i fratelli nella fede che non la pensano come loro. Come si supera tutto questo? Non certo facendo l’errore di entrare nell’agone, cioè di fomentare le polemiche e rintuzzare gli attacchi. Bisogna invece riflettere la bellezza della fede e raccontare testimonianze di vita, uscendo dall’autoreferenzialità.
Andrea Torniellidirettore della Direzione Editorialedel Dicastero per la Comunicazionedella Santa Sede