Chiesa
“Madre Teresa era una donna straordinaria”
Alla vigilia della canonizzazione, riproponiamo l'intervista al biografo della santa, don Lusak Gjiergji, uscita su Parola di Vita nel numero del 15 maggio 2014.
Don Lusak Gjiergji, Vicario generale della diocesi del Kosovo, biografo di Madre Teresa, è stato accanto alla Beata per trent’anni. Lo abbiamo intervistato.
Come fu il suo primo incontro con madre Teresa?
Il primo incontro che ebbi con Madre Teresa fu nel 1969 a Roma, quando lei venne su invito di Paolo VI, che le voleva proporre di aprire una casa per i poveri della città. Era un desiderio del Papa, così lei non poteva rifiutare. Poi ebbi modo di conoscerla direttamente.
Ci racconta di quel giorno?
Lei si fermò alcuni giorni a Roma con una delegazione di alcuni nostri studenti di filosofia e teologia del seminario internazionale “Propaganda fide”; sentimmo per televisione che c’era Madre Teresa, e con alcuni amici studenti dell’India andammo a trovarla. Ci raccontò che quando Paolo Vi andò per il congresso eucaristico a Bombay e visitò alcune case, rimase impressionato, e disse che avrebbe dovuto fare qualcosa per Madre Teresa. Ella si presentò dal Papa, che le chiese di fermarsi qualche giorno per visitare la periferia romana, soprattutto verso Grottaferrata e Castel Gandolfo, per incontrare i senza tetto, i rom, i disagiati. Vedendo questa situazione Madre Teresa tornò dal Papa e gli disse: “mi sembra che la Provvidenza anche in qualche città ha riservato qualche quartiere per noi”. Così decise di operare con una casa anche a Roma. Nel nostro primo incontro ci parlò delle missioni, e da quel primo incontro non mi sono mai separato da Madre Teresa, ho dedicato una buona parte della mia vita allo studio della sua vita e delle sue opere, soprattutto a quello che era sconosciuto per il mondo, l’infanzia, la prima chiamata, a 18 anni, agli anni da suora. Ebbi interlocutori validissimi, come Madre Teresa stessa, per me una sorella e una madre, il fratello, un suo coetaneo e cugino, diversi altri conoscenti.
Che persona era Madre Teresa?
Una donna straordinaria in tutti i sensi, che si è innamorata della terra dei sogni, l’india, ed è partita, a 18 anni. Aveva una grande tranquillità e certezza di fede, era come se avesse accanto il Signore sempre. Aveva un abbandono totale nella Provvidenza, nelle mani di Dio, una certezza assoluta di fare la sua volontà,una fede semplicissima, un grande amore per Dio e l’uomo. Ella non divideva mai le due realtà. Credeva e cercava continuamente, non solo la presenza, l’amore di Dio, ma la sua volontà. Una volta mi prese le mani e mi disse: “guarda le tue mani. Per ogni dito chiediti: ‘cosa farò oggi per Dio’; ‘cosa farò oggi per l’uomo’. Stringi le mani, chiedi aiuto e vai avanti. La sera sarai stanco e distrutto, ma ancora guarda le tue mani e chiediti cosa hai fatto oggi per Dio e per l’uomo”. Ancora oggi guardo le mie mani e sento quelle di madre Teresa nelle mie.
Una donna di forte spiritualità.
Per Madre Teresa credere è cercare, sperare è agire concretamente, amare è donarsi. Viveva con Dio e con l’uomo, per lei le scale per salire a Dio erano gli uomini e le scale per servire gli uomini era Dio. Cercava e trovava nell’uomo la presenza di Dio. Diceva: “in ogni persona voglio vedere, amare, servire Gesù”. Una volta, dopo che ho visitato la città dei lebbrosi, mi disse: “come ti sembra Gesù nel nostro quartiere? Chiedi la fede perché né la lebbra né qualsiasi altra malattia possano deformare l’uomo da non farmi riconoscere nell’uomo né un fratello, né una sorella, né Gesù”.
Era come se pregasse veramente senza stancarsi mai?
Era sempre in compagnia di Dio, fu un’attiva contemplativa. Le chiesi: “quando ti ritirerai tu e le tue suore?”. Mi rispose: “Gesù ci ha detto che i poveri li avrete sempre, quindi con ogni probabilità non ci ritireremo mai”. Parlava poco, pregava molto, teneva sempre il rosario in mano, come faceva la mamma. Aveva una devozione molto particolare verso la Madonna, ma soprattutto era una grande mistica, profondamente immersa nelle realtà del Signore, nell’Eucarestia.
Quale era la sua più grande preoccupazione?
Era la mancanza della fede, dell’amore. Dopo il premio Nobel stemmo tre giorni insieme, le chiesi cosa significasse per lei. Mi disse: “per me il premio più grande è Gesù”. “Vorrei che questo amore per Gesù fosse presente nella Chiesa e nel mondo”. Voleva risvegliare nei cristiani la fede e l’offerta al mondo di Gesù: “non è possibile amare Gesù e nasconderlo”. L’ho definita “l’amore in azione, l’amore attivo”.
Cos’era l’abbandono di Dio che sentiva Madre Teresa?
Vedere un mondo così misero come Calcutta e conservare la tranquillità era già un miracolo. Ella mi disse: “sai cos’è successo? Gesù ha fatto il gioco della mamma con me. La mamma si nasconde, e il figlio o la figlia cerca, dappertutto, nell’armadio, sotto il tetto. Cresce sempre di più la ricerca, l’angoscia. Alla fine il resa di bambino scoppia in un pianto e la madre ricompare, e dice: ‘eccomi’”. Dio si nascose e fece questo gioco con lei, che continuò: “io volevo a tutti i costi e in tutti i sensi essere uguale ai poveri, perciò non abbiamo niente, tutto è uguale come i poveri. I poveri sono costretti, noi siamo liberamente poveri, per Gesù e per i poveri. Chiesi a Gesù: ‘non mi basta la povertà materiale, finanziaria, voglio vivere il dramma della povertà spirituale, di tanta gente che non crede e che non vive con te, Signore. E come se Gesù mi avesse chiesto. Me l’hai chiesto’. Così, è come se Gesù fosse scomparso dalla vita, e la grande santità di Madre Teresa è proprio qui: la perseveranza pur non avendo l’esperienza di Dio. Visse fino in fondo il dramma dell’ateismo e rimase fino in fondo fedele.
Cosa significa per il popolo albanese la Beata Teresa di Calcutta?
Una grande consolazione, per noi che abbiamo vissuto diversi drammi, l’arrivo degli slavi, il dominio del mondo turco ottomano, cinquanta anni di dittatura, sparsi nella ex Jugoslavia, in Grecia, Italia, Turchia. Solo nella chiave della fede e della sofferenza posso capire che il Signore ci ha dato questo grande modello e questa grande consolazione, tramite questa figlia, sorella e madre che è albanese, ma sorella e madre del mondo. L’ultimo pensiero don Lusak lo dedica ad un altro Santo, richiamando l’immagine di Madre Teresa e Giovanni Paolo II che scendono le scale tenendosi per mano. “Li ho definiti ‘duetto di Dio’ perché andavano sulle strade del mondo ad annunciare e testimoniare Gesù”.