Editoriali
Ci vogliono cuore e tanta passione per comunicare
Il contesto pandemico ci fa leggere il messaggio per la 55esima giornata delle comunicazioni con un cuore e una prospettiva diversi.
Il contesto pandemico ci fa leggere il messaggio per la 55esima giornata delle comunicazioni con un cuore e una prospettiva diversi.La felice e provvidenziale coincidenza con la Domenica della Parola ha fatto il resto. Parola e Annuncio hanno un comune denominatore nella vita del discepolo: l’esperienza, l’incontro reale con una persona, con Cristo stesso.Vale lo stesso, ha detto papa Francesco, per chi vuole narrare la cronaca della città che abita: questa narrazione richiede una esperienza diretta. Bisogna andare sul posto, consumare le scarpe, sintonizzarsi con il cuore. Solo così potremo narrare le vicende e pronunciare parole scritte con un inchiostro nuovo, vero, irripetibile. Non si può essere discepoli per delega, non si può fare il giornalista con il copia-incolla. Due aspetti, due realtà che sembrano distanti, ma che si specchiano e si autenticano a vicenda. “Vieni e vedi”, ha detto Cristo ai discepoli. Vai a vedere, renditi conto, partecipa alla storia dell’umanità tante volte sofferente, dice papa Francesco a chi si cimenta nell’avventura della comunicazione.Solo impastandosi della storia dell’altro si riesce a fare cronaca, solo cogliendo gli odori delle ansie, le lacrime della sofferenza, l’ebbrezza del bene, si possono scrivere pagine di Verità e di Speranza. La passione non è solo il moto dell’anima, ma la capacità di patire, di muoversi con i passi dell’altro, consumando intere giornate per raccontare una sensazione. Solo chi fa questo mestiere sa di cosa si tratta, solo chi fa davvero il discepolo sa che non è tempo perso.