Cammino di Santiago, come riguadagnare il suo senso religioso

I vescovi francesi e spagnoli delle diocesi toccate dal percorso dell'antico pellegrinaggio, hanno scritto una lettera pastorale dal titolo "Il cammino di San Giacomo: ricerca e incontro". Monsignor Marc Aillet, vescovo di Bayonne: "È un cammino di fede e di comunicazione della fede". Alla ricerca del significato originario, oggi oscurato dal turismo di massa. Il ruolo delle parrocchie.

Un percorso antico nel cuore dell’Europa che ha segnato la storia personale e spirituale di milioni di pellegrini. È il Cammino di Santiago di Compostela, la strada che fin dal Medioevo schiere di uomini e donne hanno percorso, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario, presso cui ci sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il maggiore. Un itinerario di 800 chilometri per la durata complessiva di circa un mese. Le strade francesi e spagnole che lo compongono sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco e il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza del percorso dichiarando la via di Santiago “itinerario culturale europeo”. A questo pezzo d’oro della storia e della cultura europea, i vescovi francesi e spagnoli delle diocesi nelle quali passa il percorso dell’antico pellegrinaggio, hanno dedicato una lettera pastorale dal titolo “Il cammino di San Giacomo: ricerca e incontro”. Un testo di facile lettura scritto per “ridare senso spirituale” a un’esperienza che nel tempo ha perso qualcosa della sua originaria ispirazione religiosa trasformandosi in un’attrazione turistica da tour operator e agenzie di settore. Crescita impetuosa. A partire dagli anni Novanta, è cresciuto, di anno in anno, il numero dei visitatori lungo la via di Santiago. Secondo le cifre raccolte dalla “Oficina de acogida al peregrino”, nel 2014 l’aumento del numero dei pellegrini rispetto all’anno precedente è stato del 10,23%. Gli italiani sono addirittura aumentati di quasi il 29,58%, raggiungendo il numero di 20.241, superando di gran lunga i tedeschi per diventare, dopo gli spagnoli padroni di casa, il gruppo più numeroso. Da rilevare la continua crescita degli americani e dei coreani. L’Oficina ha già raccolto i dati relativi al 2015: durante il mese di luglio, 44.799 pellegrini hanno percorso il cammino di Compostela. Nello stesso periodo nel 2010 erano stati 42.472. Di questi pellegrini il 48,77% sono donne e il 51,23% uomini. La stragrande maggioranza sceglie di percorrere l’itinerario a piedi (91,80%). C’è però anche chi lo fa in bicicletta (8,01%), addirittura a cavallo (0,16%) e uno 0,02% in sedia a rotelle. È un itinerario amato anche dai più giovani: sono il 41,80% i ragazzi con meno di 30 anni a scegliere Santiago di Compostola come meta di vacanza; la maggioranza dei pellegrini – il 48,22% – ha dai 30 ai 60 anni ma ci sono anche i senior con una percentuale del 9,98%. Il 43,23% dei pellegrini esprime una motivazione religiosa. Ma la maggioranza (49,15%) decide d’intraprendere il pellegrinaggio per motivi di natura religiosa-culturale e il 7,61% afferma di farlo esclusivamente per ragioni culturali.

L’incontro dei vescovi. È dal 2009 che su iniziativa di monsignor Julián Barrio Barrio, vescovo di Compostela, i presuli dei due Paesi s’incontrano con lo scopo di promuovere insieme una pastorale comune di evangelizzazione sul Cammino di San Giacomo. Quest’anno, dopo un periodo di lavoro e confronto, sono riusciti a pubblicare una lettera pastorale comune. “Questo cammino – spiega monsignor Marc Aillet, vescovo di Bayonne – ha una specificità: è un cammino di fede e di comunicazione della fede. Fin dal Medioevo, questo cammino in qualche modo ha plasmato l’Europa, condividendo i valori dal Vangelo, attraverso le peregrinazioni di tanti pellegrini cristiani”. Questa matrice cristiana, però, nel tempo e soprattutto oggi, ha perso il suo mordente. “Un certo numero di associazioni culturali, laiche e, talvolta, laiciste, così come i tour operator si sono appropriate del cammino e lo hanno svuotato, a poco a poco, del suo significato spirituale per farne un cammino turistico e culturale come tanti altri”. Un cammino di evangelizzazione. Da qui l’esigenza di fare del cammino di Compostela un cammino di evangelizzazione pur sapendo che la maggioranza delle persone che lo intraprendono, non lo fanno per motivi religiosi. “Tuttavia – aggiunge il vescovo di Bayonne – sentiamo che intraprendere questo cammino significa manifestare una ricerca di senso, un soffio nuovo nella propria vita, il desiderio di rompere con i ritmi accelerati di oggi per mettersi al ritmo della creazione, al passo dell’uomo. Ci sono molte testimonianze che ci dicono che sul cammino si vivono vari incontri, con Dio e con Cristo”. La lettera contiene un appello rivolto, in modo particolare, alle parrocchie che si trovano lungo il percorso di Compostela e alle comunità religiose che accolgono i pellegrini: “Uscite sul cammino a evangelizzare; accogliete coloro che incontrate; invitateli a visitare le vostre chiese; spiegate loro la fede e l’arte; aprite con loro spazi di dialogo; sosteneteli nel loro pellegrinaggio. Invitateli alla conversione del cuore, alla infinita misericordia di Dio attraverso la Parola e i sacramenti”.