Editoriali
Achille Lauro, il sacer e il nefas
Quella di Lauro è la manifestazione parafrasata di un atto religioso (che poi sia sacramento, è un discorso successivo) in un contesto diverso da quello canonico, ovvero fuori dal contesto e dall'ambiente di riferimento, e oltre ogni rimando al reale significato che, per il credente, ha l'atto "battesimo".
Sacer et sacrum; fas et nefas. Gli antichi avevano ben chiaro il significato di questi termini, di cui declinavano la forza politica, sociale, culturale. Oggi cos’è sacro e cosa lecito? E cosa invece non lo è?
Sono domande che vengono spontanee, dopo l’esibizione di Achille Lauro nella prima serata di Sanremo 2022, quando il cantante, presentatosi a petto nudo, ha inscenato un autobattesimo. Quella di Lauro è la manifestazione parafrasata di un atto religioso (che poi sia sacramento, è un discorso successivo) in un contesto diverso da quello canonico, ovvero fuori dal contesto e dall’ambiente di riferimento, e oltre ogni rimando al reale significato che, per il credente, ha l’atto “battesimo”. Qui non è in gioco neanche la fede o la religiosità di questa o quella persona, ma la congruità del gesto, che è in sé oggettivamente sbagliato. Lauro ha evidentemente desacralizzato il sacer, cioè quel che appartiene alla sfera del sacro, così compiendo un atto nefas, illecito. Laddove la sacralità – si ripete – non è data neanche dalla sensibilità religiosa o meno del fruitore del gesto – quanto dall’oggettività in questo caso del battesimo.
Il sacer e il nefas sono oggettivamente tali perché concernono la divinità, ovvero perché nella societas costituiscono un’espressione della credenza diffusa. Nel momento in cui vengono utilizzate in ambiti diversi e con un linguaggio destrutturante il significato proprio, allora si manca di rispetto proprio a questa credenza.
Qui si inserisce l’aspetto religioso e di fede. La scena che Lauro ci ha proposto offende il sentimento religioso di milioni di persone che riconoscono, nel battesimo e nei suoi segni, nonché nei segni della fede, un significato decisivo per la propria vita spirituale. L’ermeneutica che il cantante ne ha fatto esce dai canoni del rispetto dell’esperienza religiosa dei credenti e ne altera il significato, divenendo anzi improduttiva e infruttuosa. Non è deridendo i simboli della fede né riproducendo la scena di un coro gospel che si lancia un messaggio edificante.