Risvegliare l’amore per la lettura: la lettera di Papa Francesco

Il valore dei romanzi e delle poesie nel cammino di maturazione personale

È stata pubblicata, lo scorso 4 agosto, la Lettera del Santo Padre sul ruolo della letteratura nel cammino di maturazione personale. Vergata il 17 luglio, la Lettera ne esplora con acume la valenza esplorativa e conoscitiva dell’essere, specie nei momenti di forte inquietudine personale. “È necessario recuperare modi di rapportarsi alla realtà ospitali, non strategici, non direttamente finalizzati a un risultato, in cui sia possibile lasciar emergere l’eccedenza infinita dell’essere. Distanza, lentezza, libertà sono i caratteri di un approccio al reale che trova proprio nella letteratura una forma di espressione non certo esclusiva ma privilegiata- si legge nello scritto- La letteratura diventa allora una palestra dove allenare lo sguardo a cercare ed esplorare la verità delle persone e delle situazioni come mistero, come cariche di un eccesso di senso, che può essere solo parzialmente manifestata in categorie, schemi esplicativi, in dinamiche lineari di causa-effetto, mezzo-fine”.

 

La partecipazione al processo di lettura descritta rievoca quell’immaginario visivo magistralmente descritto nel film “La storia infinita” di Michael Ende, dove Sebastian, il bambino protagonista della storia fantasy, nel corso della narrazione diviene co-protagonista della trama che dai grafemi diviene immaginazione. Un processo, quello della lettura che, richiedendo attenzione e sforzo mentale, ammaestra le capacità, mai come oggi indebolite, di pensiero di analisi. “A differenza dei media audiovisivi, dove il prodotto è più completo e il margine e il tempo per ‘arricchire’ la narrazione o interpretarla sono solitamente ridotti- spiega Papa Francesco- nella lettura di un libro il lettore è molto più attivo. In qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e simbolismi, e in questo modo ciò che emerge è un’opera ben diversa da quella che l’autore voleva scrivere. Un’opera letteraria è così un testo vivo e sempre fecondo, capace di parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale”.

 

Nel citare un passo tratto dal testo del Dizionario di teologia fondamentale, in R. Latourelle – R. Fisichella, Papa Francesco spiega: “La letteratura […] scaturisce dalla persona in ciò che questa ha di più irriducibile, nel suo mistero[…]. È la vita che prende coscienza di sé stessa quando raggiunge la pienezza di espressione, facendo appello a tutte le risorse del linguaggio”; una conoscenza, quindi, che nei diversi codici narrativi consente di umanizzare quel Gesù Cristo fatto carne, vera luce per il mistero dell’uomo. Un invito, quello della Lettera, rivolto ai battezzati, ma soprattutto a seminaristi e operatori pastorali: “Confido di aver evidenziato, in queste brevi riflessioni, il ruolo che la letteratura può svolgere nell’educare il cuore e la mente del pastore o del futuro pastore in direzione di un esercizio libero e umile della propria razionalità, di un riconoscimento fecondo del pluralismo dei linguaggi umani, di un ampliamento della propria sensibilità umana, e infine di una grande apertura spirituale per ascoltare la Voce attraverso tante voci. In questo senso la letteratura aiuta il lettore ad infrangere gli idoli dei linguaggi autoreferenziali, falsamente autosufficienti, staticamente convenzionali, che a volte rischiano di inquinare anche il nostro discorso ecclesiale, imprigionando la libertà della Parola. Quella letteraria è una parola che mette in moto il linguaggio, lo libera e lo purifica: lo apre, infine, alle proprie ulteriori possibilità espressive ed esplorative, lo rende ospitale per la Parola che prende casa nella parola umana, non quando essa si auto comprende come sapere già pieno, definitivo e compiuto, ma quando essa si fa vigilia di ascolto e attesa di Colui che viene per fare nuove tutte le cose”.

 

Nell’opera sanante della parola, l’uomo sociale va sviluppando lenti fondamentali per la comprensione delle esperienze esterne ed interne, capacità che consentono di sviluppare una maturità emotiva interpersonale oltre che individuale. L’alfabetizzazione del sentire è, ad oggi, il solo strumento in grado di stimolare quel cambiamento culturale di mentalità ancora ampiamente ancorato a logiche di dominio e di violenza, ed i fatti di cronaca ne danno testimonianza. In occasione della Settimana sociale dei cattolici di Trieste, infine, Papa Francesco, citando i versi d’amore di Mario Benedetti, ha sottolineato come la valenza poetica dello scritto possa, unitamente alla Parola, restituire l’onorabilità dell’altro promessa nell’intimità del matrimonio tra due sposi. Papa Francesco, per concludere, ci invita a riscoprire la letteratura come un mezzo privilegiato per educare, comprendere e umanizzare noi stessi e gli altri. Una competenza che fuggendo da mentalizzazioni e logiche autoreferenziali sappia realizzare un “discernimento evangelico della cultura” educante all’ascolto dell’altro.