E se fossimo tutti fratelli?

Di che razza siamo? Qual è il nostro ceppo di appartenenza? 

Di che razza siamo? Qual è il nostro ceppo di appartenenza? Domande come queste, legate troppo spesso a ideologie xenofobe e razziste, hanno accompagnato la storia dell’umanità. Romani che si sentivano superiori ai barbari, ateniesi più colti degli spartani, francesi migliori degli inglesi, ebrei più devoti dei palestinesi e bianchi intrinsecamente e geneticamente migliori dei neri. A queste convinzioni di presunta superiorità, prive – come vedremo – di qualsiasi fondamento, sono seguite guerre sanguinose, genocidi di interi popoli e la nascita, ancora oggi, di movimenti che inneggiano al razzismo e all’intolleranza fondati sulla paura del diverso. Così la shoa perpetrata a danno del popolo ebreo dai nazisti o il genocidio degli armeni da parte dell’impero ottomano, così come la “pulizia etnica” che ha devastato l’ex Jugoslavia o la lotta tribale in Ruanda sono divenata solo i tragici esempi di quanto la presunzione di purezza e superiorità trasformi l’uomo in un mostro incapace di vedere nel suo vicino un fratello da rispettare (e volendo proprio esagerare, amare) con le sue differenze  fisiche, di credo religioso, politico e sessuale. Se in uno scenario del genere noi cristiani ci siamo sempre sentiti fratelli e sorelle perchè  figli di un unico Padre, non abbiamo sicuramente “forzato” il concetto di fratellanza ma, a quanto pare, anticipato quello che la scienza sta confermando sempre a più voci. Perchè se le indagini sul DNA ci aiutano a capire chi siamo e a meglio definire la nostra identità, confermano sempre di più che non esistono delle razze, ma un’unica razza umana frutto di una variabilità genetica che, nel corso dei millenni, ha (solo) creato una meravigliosa varietà di fratelli.