Editoriali
L’Utopia, l’eutopia e la Casa
A partire dalla lectio di Massimo Cacciari a Cosenza
L’utopia come luogo delle infinite possibilità e del progresso. Cioé, l’eutopia. Il luogo buono, fecondo, riscaldato dal Sole e riempito del tempo propizio. Le parole di Massimo Cacciari, a partire da Moro e Campanella, ci pongono nella Città e ci fanno trascendere rispetto a essa; ci situano nel cosmo e al tempo stesso ci trascendono, facendoci abitare in un solo colpo luoghi e spazi diversi. Se il Figlio dell’Uomo non aveva giacigli dove posare il capo, era perchè nessun luogo, fisico o mefatisico, interiore od evidente, gli era estraneo. Anche per noi è così: cristiani, abitanti del mondo, in qualsiasi posto ci sentiamo a casa, perchè Casa è “presenza di Dio”. Non c’é utopia di Dio, non c’é posto nel quale questi non sia presente e accanto a chi lo cerchi con sincerità. Anche nella Città del Sole, a fare da garanti erano i “trascendenti”, i saggi, quei dotti che recano gli stessi nomi dei frutti sapienti dello Spirito richiamati dalla Scrittura. Abita nel cuore dell’uomo la certezza che, in Dio, non v’é utopia, che la fede sposta le montagne. Che lo stesso cuore preparato a farsi riscaldare dal Sole – Cristo è il gaudente, perché, quale città fortificata dall’Amore di Dio, non è più detto “abbandonato ” o “desolato”, ma chiamato “Mio Compiacimento”.