Tante le iniziative della Chiesa per l’integrazione dei minori

Il dramma dei minori - spesso non accompagnati - costretti a lasciare la propria terra prosegue senza sosta. In Italia, ma non solo, Caritas, Migrantes e associazionismo stanno moltiplicando le iniziative di sostegno attraverso la formazione scolastica, il sostegno alle famiglie, la mediazione linguistica e culturale.

È di qualche giorno fa la notizia del ritrovamento, nel Golfo del Bengala, di un bambino di 16 mesi  affogato mentre cercava di raggiungere, insieme alla madre e al fratellino di tre anni, il Bangladesh. Si chiamava Mohammed Shohayet. La sua immagine ricorda quella del piccolo Aylan che aveva scosso l’opinione pubblica mondiale nel settembre del 2015. Un cammino – e un dramma – quello dei minori migranti, soprattutto non accompagnati, che continua senza sosta. Un mondo di persone “vulnerabili e senza voce” che la Chiesa segue con particolare attenzione con l’obiettivo di non lasciarle sole, perché tutti possano sentirsi a “casa”.

Risvegliare le coscienze. In Calabria, nella diocesi di Catanzaro-Squillace, l’Ufficio Migrantes, è impegnato in un’azione di sensibilizzazione alla realtà migratoria per risvegliare le coscienze della popolazione e delle istituzioni, educandole all’accoglienza, all’integrazione e alla mondialità. Attraverso la Fondazione “Città solidale Onlus”, da tempo promuove percorsi formativi per docenti della scuola pubblica, di diverso grado, al fine di dare risposta all’urgente bisogno di conoscenza della realtà scolastica, di aggiornamento e di educazione all’integrazione scolastica anche in considerazione dell’aumento dei minori stranieri presenti nella provincia. Per garantire il diritto allo studio, le persone di nazionalità non italiana presenti sul territorio e accolte nelle strutture residenziali create ad hoc da Città solidale sono state inserite in corsi di alfabetizzazione della scuola pubblica, proseguendo poi nei gradi di studio successivi.

Sostegno e animazione. Da Sud al Nord, con la Caritas di Rimini impegnata in un progetto rivolto ai bambini immigrati di “terza generazione” che frequentano le scuole elementari e medie inferiori della città. Si tratta di un servizio di sostegno scolastico, animazione, attività laboratoriale rivolto a una quarantina di ragazzi figli di immigrati provenienti da dieci Paesi diversi. Oltre all’aiuto e all’assistenza, Caritas e Migrantes della diocesi offrono ai minori immigrati l’opportunità di aderire a percorsi di catechesi e di partecipare a momenti liturgici.

Mediazione linguistica. In Centro Italia, a Prato un progetto scolastico coinvolge, oltre al Comune, tutti gli altri Comuni della Provincia, la Provincia stessa, gli istituti comprensivi di ogni ordine e grado statali e non, l’Ufficio scolastico provinciale e quello regionale, la Regione Toscana e gli uffici diocesani di Migrantes e Caritas nella realizzazione di laboratori di facilitazione linguistica, di settimane di accoglienza per alunni neo-arrivati, di formazione agli insegnanti, di corsi estivi di lingua per bambini e ragazzi, di sportelli di mediazione linguistica e culturale nelle scuole per ragazzi con specifiche problematiche e di interventi per genitori. Da qui, riferisce l’ultimo “Rapporto immigrazione” di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, è nato Watercolors, un’iniziativa che prende le mosse dai percorsi di educazione interculturale promossi dalla Caritas di Prato e dell’associazione “Insieme per la famiglia” nelle scuole primarie del territorio e finalizzati a far conoscere e far dialogare le diverse culture che possono essere presenti sui banchi di scuola attraverso la musica, divenuta strumento di animazione interculturale e opportunità e occasione di dialogo e confronto oltre che passione condivisa da un gruppo di lavoro che riunisce al suo interno giovani provenienti da Paesi e religioni diverse. Tra i ragazzi che compongono il gruppo ci sono, infatti, oltre agli italiani anche cinesi, albanesi, romeni, ucraini, nigeriani, filippini e marocchini.

Teatro, laboratori. Un progetto teatrale “Nostra signora libertà” è stato invece promosso a Messina dalla compagnia “Daf – Teatro dell’esatta fantasia”, insieme alla Caritas e all’Ufficio Migrantes della diocesi. Spettacoli, laboratori e un ciclo di incontri con italiani e minori stranieri non accompagnati che ha portato alla programmazione di 4 spettacoli.

Per gli scolari italiani. Dall’Italia ai nostri connazionali residenti a Colonia, quarta metropoli più popolosa della Germania, dove risiede una tra le più interessanti comunità italiane in terra tedesca, ancora oggi meta di migranti italiani in cerca di lavoro. Qui vivono oltre 25mila connazionali, 6mila dei quali non hanno ancora raggiunto la maggiore età e affrontano problemi legati all’inserimento nel mondo della scuola. Sono molte, infatti, le difficoltà che incontrano sia i neo scolari appena arrivati dall’Italia, sia i figli di italiani di seconda o terza generazione.In aiuto a queste persone da dieci anni opera, in uno dei quartieri a maggiore densità di italiani, l’associazione “Offene Welt” (Mondo aperto) che offre un doposcuola pomeridiano e lezioni di sostegno ai bambini e ai ragazzi in difficoltà.

Famiglie rom e circensi. Esistono, non di meno, vari progetti riguardanti il mondo dei bambini rom e sinti e delle famiglie circensi. Un progetto che si è sviluppato in diverse regioni del Nord e Centro Italia si rivolge proprio ai bambini dello spettacolo viaggiante. Nel 2016 sono stati seguiti 500 ragazzi. Partito con una sperimentazione nel Triveneto e in Toscana, il progetto ha già ottenuto ottimi risultati passando dall’assistenza scolastica per il primo ciclo di scuola alla scuola superiore. Un percorso particolarmente importante per evitare l’abbandono scolastico di questi ragazzi.