A scuola è un fiorire di progetti
Dicono molto della vivacità che attraversa un settore sociale strategico.
Si può dire di tutto, ma non che alla scuola italiana manchino le iniziative. Anzi, a guardare le tante proposte che arrivano di volta in volta dal centro o dalle periferie – leggasi Ministero o realtà dei territori – il timore è che tra tante “voci” si fatichi a cogliere quelle più importanti.
Tra le ultime proposte, ad esempio, e guardando in particolare quanto suggerito da Viale Trastevere a cavallo tra gli ultimissimi giorni di maggio e l’inizio di giugno, ecco il lancio della prima edizione italiana del Premio nazionale insegnanti, cui è seguita subito la gara di idee al Miur sul tema dell’edilizia scolastica innovativa, cioè “il primo Hackathon sull’edilizia scolastica” organizzato in collaborazione con l’Indire, e la partecipazione degli studenti delle scuole beneficiarie del finanziamento #ScuoleInnovative, il bando per la costruzione di 52 nuovi istituti scolastici sostenibili e a misura di studente. Contemporaneamente, ecco l’iniziativa dello “School bonus”, che – spiega il ministro Giannini – “consente a qualunque cittadino di dare il proprio contributo al miglioramento delle istituzioni scolastiche attraverso una donazione che può essere detratta, in sede di dichiarazione dei redditi, con un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate”. E per buon peso si può aggiungere l’iniziativa/concorso #iMiei10libri, con le votazioni online da parte degli studenti per portare in classe i titoli contemporanei da loro più amati dai ragazzi.
Non c’è che dire, la scuola – allievi, insegnanti e famiglie – non ha certo il tempo di annoiarsi. Naturalmente non tutte le iniziative hanno lo stesso peso e probabilmente il vero “lavoro” negli istituti sarà quello di selezionare tra le molte iniziative in campo quelle cui dare rilievo, gli ambiti cui partecipare o promuovere la partecipazione degli allievi, cosa peraltro importante poiché uno dei risultati immediati delle proposte che “piovono” sulle classi italiane è quello di aiutare principalmente gli studenti ad allargare lo sguardo oltre la loro esperienza ristretta e a collocarsi in un contesto più ampio.
Un’altra iniziativa del Ministero che vede la luce in questi giorni è il progetto “La Scuola al centro”, varato con un decreto che stanzia 10 milioni di euro disponibili subito per iniziative che rendano la scuola un polo di aggregazione e attrazione in aree periferiche e in contesti a maggior rischio di dispersione di quattro città: Napoli, Roma, Palermo, Milano. A settembre ci sarà un ulteriore finanziamento per allargare il progetto a tutto il territorio nazionale. Entro il 20 giugno le scuole possono candidarsi per accedere ai finanziamenti, con progetti che coinvolgono anche altre realtà dei loro territori. L’obiettivo, ha spiegato il ministro, è offrire “ai ragazzi di quelle aree del Paese dove l’istruzione costituisce una risposta importante ed essenziale per garantire un futuro alle nuove generazioni, una scuola aperta, che appartenga a tutta la comunità, dove famiglie e studenti possano sentirsi come in una seconda casa, da frequentare non solo quando ci sono le lezioni, ma anche in orario extra scolastico”.
L’idea è buona e l’iniziativa può aiutare a combattere la piaga della dispersione scolastica. C’è da augurarsi che, tra i moltissimi stimoli che arrivano, gli istituti riescano a orientarsi e indirizzare le energie al meglio.
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