Sgombero tendopoli, "trovare soluzioni alternative"
Don Cecè Alampi, diacono responsabile Caritas diocesana, commenta lo sgombero della tendopoli di San Ferdinando.
“Anche la nuova tendopoli è una sistemazione temporanea, perché per i migranti del territorio bisogna trovare soluzioni alternative”. A dirlo è don Cecè Alampi, responsabile della Caritas diocesana di Oppido-Palmi, che guida i volontari dell’organismo diocesano impegnati nella tendopoli di San Ferdinando. Sono iniziate questa mattina all’alba le operazioni di sgombero della baraccopoli, che nell’ultimo anno e mezzo ha visto tre persone perdere la vita. “Molti migranti sono andati via spontaneamente nei giorni scorsi, altri lo faranno da oggi è troveranno posto nei centri di accoglienza della Regione”. Lunga la fila di migranti che troveranno posto nella nuova tendopoli, edificata pochi mesi fa in un’area meglio bonificata. “Sono circa 280-300, in possesso di permesso umanitario e in regola secondo la normativa attuale”, precisa Alampi, che sottolinea l'”impegno per rendere le tende idonee ad ospitare in maniera dignitosa i migranti che vi faranno ingresso”. Il responsabile Caritas evidenzia che “per ora, tranne qualche piccola protesta, la loro risposta è stata positiva”. Le operazioni di sgombero sono iniziate alle ore 6, mentre dalle 7,30 sono in azione le ruspe per l’abbattimento delle baracche. Sono impiegati 900 uomini e donne delle Forze dell’ordine inviate dal Viminale. Il 26 febbraio scorso il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, aveva emesso l’ordinanza di sgombero.
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