La parola è un dono, l'altro è un dono. Il messaggio per la Quaresima di papa Francesco
La Quaresima è tempo privilegiato per fortificare lo spirito non soltanto attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina, ma soprattutto accettando liberamente l’amicizia di Cristo con l’ascolto e l’assidua meditazione della Parola
"La parola è un dono. L’altro è un dono”. Questo il tema scelto da papa Francesco per inaugurare il cammino quaresimale verso la Pasqua di Risurrezione. Francesco ricorda che questo è un tempo di grazia in cui fortemente bisogna tendere alla conversione: “il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore», per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell'amicizia con il Signore”. La Quaresima è tempo privilegiato per fortificare lo spirito non soltanto attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina, ma soprattutto accettando liberamente l’amicizia di Cristo con l’ascolto e l’assidua meditazione della Parola. Incontrando Cristo e accogliendo la Parola come dono di Dio, sarà possibile iniziare un percorso di conversione e di apertura verso l’altro come dono. L’esempio evangelico datoci da Francesco è quello del povero Lazzaro, il cui nome significa «Dio aiuta» e del ricco Epulone. Il povero, ogni giorno, rimane alla porta del ricco vestito con abiti sfarzosi: Lazzaro denutrito e ammalato appare vestito solo della propria disperazione, sperando di nutrirsi con gli scarti caduti dalla mensa di Epulone. Il corpo di Lazzaro è un tempio offeso dalle piaghe, leccate dai cani. Lazzaro abbandonato, vive nel degrado, senza ricevere aiuto e conforto. Alla fine dei giorni, il povero nell’aldilà riceverà conforto da Abramo; il ricco, invece, languirà tra pene infernali e dei «lauti banchetti» cui era abituato non rimarrà che l’amaro ricordo. Epulone in vita, concentrato su di sé, si era perso tra bramosie di denaro, vanità e superbia non essendo capace di ricercare una vita autentica simulando «il portamento di un dio» e dimenticando «di essere semplicemente un mortale». La liturgia del Mercoledì delle Ceneri ci invita drammaticamente a rivivere un’esperienza simile a quella del ricco. Il sacerdote, durante, il rituale dell’imposizione delle ceneri sul capo ripeterà le parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai». Nell'aldilà si ristabilisce una certa equità, una sorta di contrappasso: i mali patiti in vita da Lazzaro, vengono bilanciati dalle sofferenze di Epulone che soltanto adesso, quando tutto è perduto, riconosce il vero volto del povero. La parabola si protrae e presenta un messaggio per tutti i cristiani: il ricco ha dei fratelli ancora in vita e chiede ad Abramo di mandare Lazzaro da loro per ammonirli, ma Abramo risponde che «hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro perché «se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti». Epulone non ha potuto riconoscere il povero come dono perché non aveva accolto il dono della Parola di Dio, l’unica forza vivificante che stimola e conduce alla conversione. Conclude papa Francesco il suo messaggio con una esortazione: “Incoraggio tutti i fedeli ad esprimere questo rinnovamento spirituale anche partecipando alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali, in diverse parti del mondo, promuovono per far crescere la cultura dell'incontro nell'unica famiglia umana. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua”.
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