CEC: "Naufragio anonimo e invisibile""
Nota stampa dei Vescovi calabresi dopo il naufragio sullo Jonio. Solidarietà ai lavoratori crotonesi del call center Abramo
"Naufragio anonimo e invisibile". Così i vescovi della Calabria, in una nota stampa "si uniscono al dolore del confratello, vescovo di Locri – Gerace, mons. Francesco Oliva", e "accordano alla sua la loro voce per denunciare ancora una volta l’anestesia delle coscienze di fronte a questa ennesima sconfitta dell’umano e le miopi misure incapaci di evitare simili tragedie".
Come si legge nel comunicato, "gli uomini, le donne, i numerosi bambini, i cui corpi attendono di essere riconosciuti dai familiari venuti da tutta Europa, siano un forte richiamo ai singoli e alle istituzioni perché la voce del sangue dei fratelli che grida dal profondo del mare non resti inascoltata" mentre "denuncia la deriva della nostra stessa umanità e perché il valore dell’accoglienza che caratterizza il nostro popolo non sia soffocata".
I vescovi della Calabria, poi, hanno manifestato la loro "preoccupazione per le numerose famiglie che, a causa della vertenza Abramo (relativa ai posti di lavoro nei call center, ndr), vedono compromesso il proprio futuro e sono attualmente in assemblea permanente nella sala consiliare del comune di Crotone".
Si tratta - come ricordato dai vescovi calabresi - di più di 1000 lavoratori provenienti da alcune province della Calabria e dalla Sicilia, che sono dipendenti dell’azienda Abramo Customer Care. Alla scadenza dell’amministrazione controllata di Abramo CC, nei primi giorni di agosto, centinaia di persone rischiano di essere licenziate. I vescovi calabresi evidenziano che "nessuna delle vie di dialogo percorse finora ha sortito la possibilità di assorbire tutti i dipendenti" e che "i lavoratori stanno da tempo chiedendo al ministro delle imprese e del made in Italy la convocazione immediata di un tavolo di crisi che possa favorire il dialogo e individuare possibili vie che garantiscano il futuro a chi vuole costruirlo nella propria terra". I vescovi della Calabria dichiarano di "essere paternamente al fianco dei lavoratori, a sostegno della loro speranza e della giustizia".
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