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Chlorophyllum molybdites, la falsa "mazza di tamburo"

Da qualche mese, è scattata in Calabria l’allerta per una nuova specie di fungo aliena (ovvero non originaria del nostro territorio) ed altamente tossica

Chlorophyllum molybdites, la falsa "mazza di tamburo"

Come ogni autunno, le nostre generose montagne ci regalano uno spettacolare foliage e i nascosti tesori del bosco. Porcini, rositi, mazze di tamburi, galletti… il paniere del fungaiolo può essere molto ricco per chi sa dove cercare. Ma quest’anno, ancora di più, dobbiamo fare attenzione a cosa raccogliamo e portiamo a casa.

Difatti, da qualche mese, è scattata in Calabria l’allerta per una nuova specie di fungo aliena (ovvero non originaria del nostro territorio) ed altamente tossica per l’uomo: parliamo del Chlorophyllum molybdites, comunemente chiamato “falsa mazza di tamburo”.

Vera mazza di tamburo

Sebbene sia una specie di origine tropicale, diffusa principalmente in America Centrale, la “falsa mazza di tamburo” sta colonizzando anche quelle aree, subtropicali e non, in cui le temperature sono in aumento a causa del cambiamento climatico. 

Difatti, la prima segnalazione sulla presenza del Chlorophyllum in Europa è stata registrata in Spagna, nell’areale di Valencia, zona notoriamente colpita dalle conseguenze del cambiamento climatico. Mentre sul territorio Nazionale il primo caso accertato di presenza della specie è stato registrato qualche anno fa in Sicilia.

Il salto dello Stretto non è cosa difficile e pertanto anche in Calabria, zona finora non colonizzata, sembra che il Chlorophyllum stia trovando un ambiente favorevole alla sua crescita e diffusione.

Attualmente, la presenza di questa specie nella nostra regione è documentata lungo le coste ioniche e tirreniche, con segnalazioni specifiche nelle località di Gizzeria, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Polistena, Roccella Ionica, Sellia Marina, Catanzaro e Belvedere Marittimo. Al momento non sono pervenute segnalazioni ufficiali riguardo l'areale della Sila: non è ancora chiaro se ciò sia dovuto al fatto che il fungo trova le condizioni ottimali di temperatura e umidità esclusivamente nella fascia costiera, oppure se non abbia ancora avuto il tempo necessario per espandersi nelle aree collinari e montane.

Il Chlorophyllum, infatti, predilige ambienti caldi e soleggiati, sebbene non si possa escludere la sua capacità di adattamento a zone più fredde. Gli esperti ritengono che sia altamente probabile che la diffusione del Chlorophyllum si estenda anche ad altre aree della Calabria e ad altre regioni. A conferma di ciò, negli ultimi giorni sono pervenute segnalazioni sulla presenza della falsa mazza di tamburo anche nella regione Lazio.

Ma vediamo adesso le caratteristiche principali di questo fungo e come distinguerlo dalla ben nota ed apprezzata Macrolepiota Procera, comunemente conosciuta come «mazza di tamburo». Le due specie condividono, infatti, molti aspetti in comune, il che può rendere difficile l'identificazione e potenzialmente pericolosa la raccolta.

Iniziamo col dire che l’unica caratteristica distintiva sempre presente tra le due specie, sia nella fase giovane che in quella adulta, è data dalla superficie del gambo: nel fungo tossico Chlorophyllum molybdites è liscia mentre nella mazza di tamburo è zebrata, con fondo chiaro e squame scure in rilievo. 

La falsa mazza di tamburo “giovane”, ovvero nata da poco, presenta forma ovale a cappello chiusa su se stessa. Il colore di fondo del cappello è chiaro, con piccole squame brunastre in rilievo. Le lamelle sottostanti sono di colore bianco - crema. Il gambo è cilindrico, liscio e chiaro, ed è presente l’anello, anch’esso bianco. Questo è lo stadio in cui è più simile alla commestibile Macrolepiota, e nel quale i segni distintivi sono difficili da individuare per occhi non esperti. 

La falsa mazza di tamburo “adulta” presenta un cappello bianco, ricoperto da squame color nocciola, aperto ed infine disteso, con una larghezza che può arrivare fino ai 20 cm (tutte caratteristiche molto simili a quelle della commestibile mazza di tamburo). Tuttavia, nel fungo “adulto” le lamelle sottostanti assumono un tipico colore verde oliva - grigiastro (da cui il nome del genere "Chlorophyllum" in considerazione del verde clorofilla delle spore), che costituisce una delle principali differenze visibili tra le due specie. Infatti, le lamelle della “vera” mazza di tamburo rimangono sempre chiare in tutte le fasi di crescita. L'anello è presente anche nella fase adulta del fungo Chlorophyllum, una caratteristica comune a entrambe le specie, sia a quella tossica che a quella non tossica.

Il Chlorophyllum molybdites provoca un’ intossicazione severa, sebbene non mortale, caratterizzata da gravi sintomi, il più dei quali di tipo gastrointestinale.

I primi segni di intossicazione possono manifestarsi già mezz’ora dopo l’ingestione e comprendono nausea, salivazione profusa e vomito. A ciò si aggiungono forti dolori addominali ed episodi diarroici, correlati in alcuni casi a tracce di sangue nelle feci. Si possono avvertire, inoltre, vertigini, tachicardia, sudorazione, crampi muscolari ed astenia (perdita di forza muscolare) che può persistere per diversi giorni.

In situazioni del genere è fondamentale rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso, portando con sé tutti i residui del fungo, sia cotti che crudi, affinchè il micologo interpellato possa effettuare l'identificazione della specie ed il personale medico fornire la corretta terapia.

Ma come fare ad evitare queste situazioni spiacevoli e molto pericolose?

Fortunatamente, sul nostro territorio sono attivi diversi Enti e associazioni che tutelano i raccoglitori. Un esempio è l'Ispettorato Micologico ASP Cosenza - Dipartimento di Prevenzione, che offre consulenze gratuite sulla commestibilità dei funghi raccolti, garantendo così la sicurezza per i raccoglitori privati. La sede dell’ispettorato si trova a Rogliano, ma sono presenti sportelli micologici anche in altre località della provincia, come Amantea, Cosenza, Castrovillari e Corigliano.

L’ispettorato, inoltre, organizza corsi di formazione per il riconoscimento dei funghi, obbligatori per i raccoglitori professionali che desiderano ottenere la tessera professionale (che consente la raccolta fino a 10 kg di funghi). Questi corsi, della durata di 20 ore, prevedono un esame finale, al termine del quale viene rilasciata la tessera.

Per i raccoglitori amatoriali (che possono raccogliere fino a 3 kg di funghi) è previsto il rilascio di un tesserino non professionale. Tuttavia, in questo caso non è obbligatoria alcuna formazione, il che rappresenta un grave rischio per la salute dei cittadini. Infatti, l’Ispettorato Micologico riporta che il 99,9% dei casi registrati di intossicazione da funghi si è verificato tra i raccoglitori amatoriali, proprio a causa della mancanza di informazione. Pertanto, al fine di evitare pericoli, è fondamentale recarsi presso gli sportelli micologici dopo la raccolta nel bosco. A tutela dei raccoglitori amatoriali sono attive sul nostro territorio anche le Associazioni Micologiche (o gruppi micologici). Queste promuovono la cultura micologica e organizzano serate di formazione aperte a tutti i cittadini. Le associazioni micologiche sono riconosciute ed iscritte in un albo della Regione Calabria, vantano inoltre la collaborazione con l’Ispettorato Micologico: sono pertanto totalmente affidabili. 

In conclusione, per garantire la propria sicurezza nella raccolta dei funghi è fondamentale informarsi e consultare le risorse disponibili. Rivolgersi all'Ispettorato Micologico, agli sportelli dedicati e alle associazioni micologiche rappresenta un passo essenziale per prevenire intossicazioni e raccogliere in modo consapevole. Non dimentichiamo che la conoscenza è la nostra migliore alleata: essere informati significa raccogliere in sicurezza e rispettare l’ambiente.

Per ulteriori informazioni, ecco i recapiti e i numeri di telefono utili

  • Ispettorato Micologico ASP Cosenza - Dip. di Prevenzione (Rogliano). Telefono: 0984 987114.
  • Gruppo Micologico - Naturalistico Sila Greca (Acri). Telefono: 348-5529822. Mail: info@ambsilagreca.it
  • Gruppo Micologico Basso Tirreno Cosentino (Amantea). Mail: eugenioporcella.mic@tiscali.it
  • Gruppo Micologico Naturalistico di Camigliatello Silano. Telefono: 3934214306. Mail: gmnsilano@gmail.com
  • Gruppo Micologico - Naturalistico Sila Cosentina (Casali del Manco). Telefono: 328 114 9990. Mail: grupposilacs@virgilio.it
  • Gruppo Appennino Paolano APS (Paola). Mail: assofunghideltirreno@gmail.com

Tabella, immagini e recapiti, gentilmente forniti dal dott. Ernesto Marra, Dirigente e Micologo ASP Cosenza

Tabella
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