Donbass, la black comedy che racconta gli orrori della guerra
La pellicola del regista Sergei Loznitsa è stata proiettato al cinema San Nicola di Cosenza. L'ingresso a offerta libera sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana- Emergenza Ucraina
La sala trucco di un set cinematografico. Una scena si ripete all'apertura e chiusura del film, con esito diverso. Forse la speranza è che tutto si riveli un copione, ma non è così. A 20 giorni dall'inizio del conflitto tra Russia Ucraina, le immagini di Donbass disturbano. La pellicola di Sergei Loznitsa è l'affresco di un Paese martoriato. Tredici episodi graffianti per una black comedy che mescola tragedia e grottesco. Un mosaico spietato ma sincero di non eroi, di chi lotta per la sopravvivenza. Un affresco avvilente che va dalla farsa teatrale che si consuma nello studio medico di una clinica ostetrica, alla scena di un matrimonio in cui ci si mostra ebbri di felicità. “Nella regione orientale del Donbass-si legge nella sinossi- una guerra mescola conflitti armati, crimini e saccheggi perpetrati da bande separatiste. Nel Donbass la guerra è chiamata pace, la guerra è eretta a verità è l'odio pretende di essere amore. Un viaggio attraverso il Donbass, una serie di avventure folli in cui il grottesco e il tragico si confondono come la vita e la morte. Non si tratta di una storia di una regione, di un paese o di un sistema politico, ma di un mondo perduto nella realtà post-verità e nelle false identità”. Si scrive Donbass, si legge Storia. Dal conflitto Russia-Ucraina al cinema il passo è breve, più di quanto si possa immaginare. Loznitsa nel 2018 ha fotografato la guerra che vede contrapposti i nazionalisti ucraini ai sostenitori della Repubblica popolare russa di Donetsk. Uno zoo a cielo aperto tra corruzione e cerberi in divisa. Un miliziano esposto allo sberleffo di una gang di giovani che lo riprendono mentre i passanti sfogano la propria rabbia, un tavolo pieno di telefoni e tablet confiscati, tutto può essere esibito e amplificato dalle immagini. L'inferno quotidiano messo in scena da Sergei è realtà: “Come è possibile! Viviamo nell'età della pietra", dice un uomo prima di entrare in un bunker. C'è chi dorme, chi prepara i pasti. Chi ha perso la casa sotto i bombardamenti sopravvive in mezzo a pareti umide, freddo e bagni che non funzionano. Quegli sguardi carichi di dolore e disperazione non sono diversi dagli occhi di chi oggi in Ucraina vive esattamente nello stesso modo. Un giornalista tedesco cerca di saperne di più, ma nel dialogo con uno dei capi scoppia una bomba. Come lui sono tre i giornalisti che hanno trovato la morte mentre lavoravavano per raccontare la verità: Brent Renaud, Pierre Zakrevski e Alexsandra Kuvshinova. Premio per la miglior regia al Certain Regard di Cannes 2018, il film del regista Sergei Loznitska, nato in Bielorussia e cresciuto in Ucraina, è stato il primo delle tre pellicole proiettate al cinema San Nicola di Cosenza. L'ingresso a offerta libera sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana- Emergenza Ucraina.
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