Il mausoleo romano di Cirella
L’edificio sito in località Tredoliche nel comune di Diamante risulta vincolato dal 1929
Subito alle spalle del promontorio di Cirella (nel comune di Diamante), alle prime pendici del terrazzo di Petrosa, è da sempre in vista un grande edificio. E’ qui, in località Tredoliche, che svetta l’imponente mole di un incantevole mausoleo funerario in opera laterizia, databile tra la metà del II secolo d.C. e l’inizio del III sec. Si tratta di una ricca sepoltura di un rappresentante dell’aristocrazia municipale che ha commissionato un edificio di grande impegno architettonico secondo una tipologia diffusa nel suburbio di Roma, nel Lazio ed in Campania, ma assai rara nel resto dell’Italia meridionale.
In seguito fu riadoperato come tempio cristiano.
Il rapporto dell’edificio con l’ambiente circostante, risulta oggi profondamente alterato a causa dello sbancamento operato nel 1960 per la realizzazione del tracciato della S.S. 18, dal momento che esso si trova, proprio dalla parte dell’ingresso, sul ciglio dello sbancamento, mentre in origine si doveva elevare, con la sua maestosa mole, sulle prime pendici collinari del terrazzo attraversato dalla strada litoranea, a valle della quale si trovava.
Nell’immediato retroterra, in occasione della costruzione dello svincolo della suddetta S.S. 18, nel 1960, fu scavato un gruppo di 39 povere tombe a cassone databili al II secolo d.C. Di queste, 37 erano a cassa, con pareti in laterizio, e 2 alla cappuccina. Solo 19 hanno restituito corredi, costituiti prevalentemente da materiale ceramico e, in qualche caso, da oggetti di abbigliamento personale e da due monete.
Il monumento che è sempre stato fuori terra, risulta addirittura sottoposto a regime di vincolo archeologico fin dal 1929 (con ulteriori integrazioni fatte nel 1976 e nel 1977), anche se non si era provveduto neanche ad un rilievo e così, anche la sua relativa tutela era piuttosto blanda, mentre oggi, anche se risulta in parte ricoperto dalla vegetazione, le sue condizioni generali sono piuttosto buone.
Passando ora alla sua descrizione dobbiamo dire che si tratta di un edificio cilindrico, a pianta circolare, con diametro interno di m. 9,50, originariamente coperto a cupola, all’interno vi sono quattro nicchioni a volta; il mausoleo, costruito in tufo, è caratterizzato da un possente muro perimetrale, di considerevole spessore (m. 1,50), fondato su un basamento in cementizio foderato di blocchi che ne determina un diametro esterno di m. 14 circa, realizzato per intero in opera laterizia, con l’uso di ricorsi di bipedali (mattoni di cm. 60 di lunghezza) all’altezza dei fori per l’ancoraggio del ponteggio, posti ogni m. 1,40, necessari per la costruzione dello stesso muro; lo spazio interno, rimaneggiato più volte nei secoli successivi e fino agli anni ‘30 del secolo scorso, era caratterizzato da un unico ambiente circolare movimentato dalla presenza di tre nicchie disposte simmetricamente. La copertura crollata e poi rimossa, visto lo spessore del muro perimetrale, doveva essere a calotta emisferica.
L’ingresso, leggermente aggettante, era aperto sul lato a mare, probabilmente lungo il corso della strada litoranea che anche nei pressi di Cirella aveva una stazione di sosta.
Sul lato posteriore, in asse con l’ingresso, vi era pure un elemento rettangolare aggettante nel quale è stata ricavata una profonda nicchia semicircolare; altre due nicchie curvilinee sono praticate lungo l’asse Nord-Sud, nello spessore del muro anulare, sormontate da un arco con bella ghiera laterizia.
Il monumento deve essere poi stato trasformato per scopi agricoli e residenziali; pesanti sono, inoltre, le tracce della continuità di abitazione.
Il piano pavimentale è stato abbassato, come mostrano le fondazioni del muro anulare scoperte per una trentina di centimetri; l’edificio, per un riutilizzo che si colloca probabilmente in epoca medievale presenta chiare tracce della creazione di un solaio sorretto da un elemento centrale, forse in muratura, e da una serie di travi lignee delle quali si riconoscono i fori praticati nella muratura antica per ricavarne un secondo piano. Al di sopra sono ancora visibili i fori per l’alloggio delle tavole del pavimento del piano superiore. E’, inoltre, presente l’apertura di finestre sia al piano terra che in quello superiore, in seguito richiuse.
Un problema di difficile soluzione è costituito dall’inquadramento tipologico e, di conseguenza, cronologico del mausoleo che, se anche ripete la forma cilindrica del tumulo, propria dei sepolcri monumentali della primissima età imperiale, presenta però la camera funeraria completamente accessibile, con una concezione spaziale che si rifà al modello, semplificato, del Phantheon adrianeo, arricchita dall’apertura di nicchie semicircolari e che trova confronti con edifici di maggiore ampiezza ed impegno architettonico.
L’edificio di Cirella, oltre che per le sue originali caratteristiche architettoniche, è molto importante in quanto testimonia, da un lato la presenza di una gens eminente di origine locale che ha commissionato un sepolcro di tipo certamente urbano, dall’altro l’assimilazione di tipologie e tecniche costruttive di ambito laziale e campano anche in un contesto così periferico, tanto che, vista l’assenza di confronti in zona, si è portati a ritenere l’edificio opera di maestranze, almeno in parte, forestiere.
Infine, questo monumento, potrebbe anche essere l’indizio della presenza di una aristocrazia locale che, in qualche modo, giustifichi l’elevazione al rango municipale del centro di Cerillae, nel corso del II d.C, un tempo satellite di Laos.
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