Perché è importante visitare i musei?
Creare un connubio tra i musei e le scuole per insegnare il valore della storia dell’arte
Uno dei luoghi più adatti a scoprire e a valorizzare il patrimonio culturale e artistico è certamente il museo. Il 18 maggio, come ogni anno, è stata celebrata la Giornata Internazionale dei Musei, un evento nato nel 1997 per volontà dell’International Council of Museums e che oggi coinvolge diverse istituzioni in tutto il mondo. Il tema di quest’anno è stato “Musei, Sostenibilità e Benessere”. Le comunità possono crescere e svilupparsi grazie all’intervento attivo di istituti culturali come i musei, chiamati ad operare un cambiamento positivo per una società più sostenibile che assicuri il benessere e la salute a tutti, lotti contro il cambiamento climatico e garantisca la vita sulla terra. Essi giocano un ruolo fondamentale per il futuro della nostra nazione e del mondo, promuovendo la cultura quale bene universale rivolto a qualsiasi etnia, fascia sociale e generazionale in un’ottica più inclusiva che esclusiva. Le moderne tecnologie, inoltre, portano virtualmente le opere d’arte, presenti nelle varie collezioni, più vicine a chi si trova fisicamente lontano. Vale la pena visitare questi luoghi di infinita conoscenza, questi spazi in grado di arricchire chi li vive, questi ambienti di apprendimento informale nei quali maturano l’intelligenza e le competenze, questi centri comunitari in cui ci si confronta e si discute, queste fonti di ispirazione di idee, queste reti sociali in cui si consuma l’impegno civile per rafforzare la propria identità. “Perché si sceglie di visitare un museo? Per il posto che occupa nell’immaginario collettivo, nelle guide turistiche, nei pacchetti venduti dalle agenzie, per il racconto globale che si fa delle città” ha spiegato Tommaso Montanari, storico dell’arte e saggista, rettore dell’Università per stranieri di Siena. È molto importante – secondo lo studioso – chiedersi cosa resta nella persona una volta che ha visitato un museo: un mero giro panoramico tra quadri e statue famose o un progresso spirituale? “… Non di solo pane vive l’uomo, si legge nel Vangelo. Mangiare è necessario e sacrosanto, ma se tutto si riduce a colmare un buco nello stomaco mancherà sempre e comunque qualcosa. La nostra Costituzione parla di progresso materiale e spirituale della società. E poi sì che con la cultura si mangia. Il problema è chi mangia. Sicuramente non i lavoratori precari o lo Stato, ma i privati” ha proseguito Montanari. Quest’ultimo auspica una maggiore cooperazione tra la scuola e i musei, perché è proprio tra le mura scolastiche che bisogna inculcare ai giovani la bellezza della storia dell’arte e il peso che ha il patrimonio culturale nel nostro paese. In più una battaglia da vincere è quella di rendere gratuito l’accesso ai musei, perché anche questo stimolerebbe le persone a recarvisi in qualsiasi momento, ad apprezzarne la diversità estetica e l’arte del passato che vivono al loro interno. La cultura, la vera “spina dorsale della democrazia” secondo Montanari, viene assimilata pian piano in questi posti, inducendo un cambiamento degli schemi mentali che, ristrutturandosi, generano quadri concettuali di livello superiore sui quali si innesta il ragionamento autonomo e il senso critico, necessari per elevare il proprio spirito.
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