La sinodalità si fa preghiera per le vocazioni
Il Seminario apre le porte ogni mercoledì per alcune ore di adorazione eucaristica.
Mercoledì dieci novembre il seminario teologico “Redemptoris custos” ha aperto le sue porte a tutti i movimenti laicali della Diocesi per l’inizio di un cammino, fatto di preghiere fiduciose a Dio, per le vocazioni. Il calo delle vocazioni degli ultimi anni, è stato notificato nelle ultime settimane dalle più importanti testate giornalistiche: ciò è sembrato ai formatori del seminario e agli stessi seminaristi un chiaro appello di Dio nella storia di una umanità ferita, come pecore senza pastore, di cui Cristo ancora una volta avrà compassione. L’apertura al laicato diocesano non è stata una scelta di comodo, fatta allo scopo di riempire la spaziosa cappella maggiore, ma è stata pensata come una mano tesa verso chi costituisce la Chiesa e che come popolo, insieme agli stessi chiamati, è pellegrino verso il Cielo.
La generosa risposta dei fedeli, pervenuti al momento di preghiera, ha reso noto il desiderio dei movimenti e gruppi di essere comunità nella diversità, in una Chiesa diocesana che fa ora della sinodalità uno stile di preghiera. Il silenzio è stato traccia di preghiera e spazio in cui Dio ha parlato ai cuori dei fedeli presenti; un silenzioso ascolto che ha permesso ad ognuno di sperimentare la bellezza di essere Chiesa, nella diversità dei carismi, mettendo al centro il tanto che unisce e da parte il poco che divide.
Alla fine dell’Adorazione Eucaristica il rettore don Aldo Giovinco, unitamente al vicerettore don Emanuele Scarpino e al padre Spirituale don Mario Cassano, ha inteso ringraziare Dio per il dono dei fratelli e delle sorelle presenti, invitandoli tutti i mercoledì dalle 15 alle 20. In tale orario, infatti, la cappella maggiore del seminario resterà aperta con Gesù Eucaristia esposto per chiunque voglia passare a pregare. Ripartire, allora, dall'Eucaristia e dalla preghiera sembra essere la chiave per aprire le porte dei cuori chiamati ma timorosi, nella consapevolezza che, così come per le ginocchia piegate del contadino il seme germoglia, anche dalle ginocchia oranti della comunità nuove vocazioni fioriranno.
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