Mons. Checchinato nel giorno di Pasqua: "l'ultima parola è la vita eterna"
La celebrazione presieduta dall'Arcivescovo nel giorno di Pasqua con la riflessione sulle figure di Pietro e di Giovani secondo il racconto evangelico.
Mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza - Bisignano, ha presieduto in Cattedrale la Santa Messa nel giorno di Pasqua.
"Proviamo a cercare le cose di lassù, ma spesso vogliamo farlo con le tecniche di quaggiù. Ma così non funziona. Non è facile essere risorti con Cristo, c'è bisogno ogni giorno di un cammino di avvicinamento e di comprensione di fronte a una meta che ci sfugge sempre ma che dobbiamo essere capaci di accogliere come dono". Con queste parole il presule ha iniziato la sua omelia. Mons. Checchinato ha commentato il vangelo secondo Giovanni. "Al sepolcro ognuno va con la sua storia. È il luogo dove la morte si trasforma in vita. C'è redenzione anche nel peggiore degli uomini e delle donne di questa terra, questa è la sfida della nostra fede".Il vescovo bruzio si è poi soffermato sulle due figure di Pietro e di Giovanni. "Giovanni ha vissuto una esperienza di intimità con Gesù e, arrivato al sepolcro, vede e crede. Vede un sepolcro vuoto, ma da quel sepolcro vuoto passa alla fede che Gesù è veramente risorto, che la morte non è l'ultima parola dell'umanità".Pietro, da parte sua, "cerca di capire non comprende. Ma non butta via nulla. Tutto diventa occasione per riflettere, pregare, custodire nel cuore". Infine, l'esortazione ai fedeli convenuti in Cattedrale. Gesù continua a chiederci: "chi cercate?". "Andiamo a Gesù con la nostra storia, con la fede, con le proprie certezze e delusioni, con i propri desideri, e attendere che Gesù si riveli nella nostra vita come punto di riferimento che ci fa essere donne e uomini di speranza, capaci di credere che la morte, il dolore, il tradimento, il disastro umano, non sono l'ultima parola. Perché l'ultima parola è di grazia, resurrezione e vita eterna, e comincia già adesso, nella nostra vita".
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