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Fase profetica: quale coinvolgimento per le Diocesi?

A novembre e a marzo-aprile le Assemblee sinodali con le delegazioni diocesane. Ecco i prossimi passi del cammino sinodale. 

Fase profetica: quale coinvolgimento per le Diocesi?

Quale tipo di coinvolgimento è chiesto alle Diocesi nella fase profetica?
Si è sempre sottolineato che il Cammino sinodale si intreccia con l’ordinarietà della vita delle comunità e con le linee pastorali che ogni diocesi si dà. Un primo aspetto importante è che ogni diocesi, alla luce del percorso di discernimento compiuto, possa vivere una sua fase profetica diocesana portando a maturazione quelle scelte, collegate alla propria realtà, che possono già essere decise e messe in atto nella Chiesa locale. Un secondo aspetto è tenere informate le comunità sui lavori del Cammino sinodale italiano e del Sinodo Universale, perché possano comprendere che questo percorso riguarda tutti. Un terzo aspetto riguarda la preparazione alla prima Assemblea sinodale (15-17 novembre 2024): è auspicabile che i delegati all’Assemblea possano approfondire il testo dei Lineamenti coinvolgendo l’equipe del Cammino sinodale, dove presente, e gli organismi diocesani di partecipazione ecclesiale. Ugualmente – è il quarto aspetto – sarà chiesto agli organismi diocesani di approfondire il testo dello Strumento di Lavoro in vista della seconda Assemblea sinodale (31 marzo – 4 aprile 2025). Nella preparazione alle Assemblee sinodale, ogni diocesi, se lo ritiene opportuno, può mettere in atto anche forme di discernimento più capillare sia nelle parrocchie che nelle diverse realtà ecclesiali e sociali.

Chi sarà convocato alle Assemblee sinodali?
Alle Assemblee sinodali parteciperanno:
– le delegazioni diocesane composte dal Vescovo più un gruppo di persone (da un minimo di 2 ad un massimo di 5, secondo il criterio legato alla fascia di popolazione per Diocesi. A questo proposito, i Vescovi hanno ricevuto recentemente i criteri e la scheda per la composizione della delegazione);
– i membri del Comitato nazionale del Cammino sinodale;
– gli invitati della Presidenza CEI e della Presidenza del Comitato del Cammino sinodale. Tra gli invitati è prevista, come da prassi, la presenza di delegati di associazioni, movimenti e ordini religiosi.

Nelle Assemblee tutti avranno diritto di voto assieme ai Vescovi? Il voto finale dell’Assemblea sarà quello definitivo o ci sarà un passaggio ulteriore dei soli Vescovi?
Il Regolamento delle Assemblee sinodali  prevede che le due Assemblee sinodali procedano all’approvazione dei documenti che saranno oggetto di confronto, attraverso il voto di tutti i delegati. Al termine della seconda Assemblea sinodale, le Proposizioni approvate verranno sottoposte al Consiglio Episcopale Permanente e all’Assemblea Generale della CEI del maggio 2025 per le determinazioni di competenza, a norma dell’art. 16 del Regolamento del Cammino sinodale .

Che metodologia verrà usata nelle Assemblee?
Lo stile dell’ascolto e del dialogo che ci ha insegnato la conversazione nello Spirito rimane un frutto acquisito del Cammino sinodale da portare avanti anche nella prosecuzione del percorso e nell’ordinarietà della vita pastorale. Le Assemblee prevedono sia il lavoro nei tavoli che l’approfondimento nelle sessioni plenarie; il metodo verrà arricchito da indicazioni utili a favorire non solo l’ascolto, ma anche il confronto, la maturazione e l’espressione del consenso rispetto ad alcune proposte condivise.

La proposta dei Lineamenti che arriverà alla prima Assemblea terrà conto anche dei contenuti che emergeranno dal documento del Sinodo dei Vescovi di luglio e dagli esiti della seconda sessione ordinaria del Sinodo di ottobre?
Sì. La Presidenza del Comitato nazionale del Cammino sinodale farà emergere gli argomenti di consonanza tra il percorso universale e quello italiano, come già avvenuto durante il biennio dell’ascolto e l’anno del discernimento.

In vista della seconda Assemblea sinodale si chiederà una restituzione scritta?
In vista della seconda Assemblea sinodale le Diocesi saranno chiamate ad inviare delle osservazioni sul testo dello Strumento di Lavoro. Non è richiesta invece una sintesi diocesana dei lavori della fase profetica, anche se sarebbe opportuno che ogni Diocesi prevedesse modalità di conclusione e restituzione della fase profetica e del cammino svolto a livello locale.

Si pensa di porre un termine all’attività dei referenti diocesani o sarà mantenuto un contatto anche in sede di verifica delle differenti situazioni locali a seguito delle decisioni assunte dopo la fase profetica? O tutto questo verrà delegato ai livelli regionali?
Questa scelta dipenderà dalle decisioni che l’Episcopato italiano prenderà a seguito dell’Assemblea Generale di maggio 2025 e dal mandato che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI riceverà da essa. La fase di recezione inizierà infatti a seguito di tali decisioni.

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