Islanda, il sogno continua.

Triplice fischio. Sant-Denis è un apoteosi islandese. La favola di un popolo che in massa ha "invaso" la Francia è diventata qualcosa di più. Quasi una leggenda. Non è un' esagerazione, ma vedere una squadra all'esordio assoluto ad una fase finale di una competizione importante come l'Europeo e centrare una strepitosa qualificazione agli ottavi contro l'Inghilterra, la culla del pallone, è uno spettacolo unico, una gioia immensa per i veri amanti passionali del calcio. Il gesto, il portiere Halldorsson dopo la vittoria sull'Austria (2-1), afferra il vessillo nazionale sfoggiandolo con orgoglio a tutto il pubblico di Euro 2016. L'Islanda, consapevole dei propri limiti, è andata oltre, oltre il muro dell'impossibile. Un successo conquistato sull'orlo del precipizio. All'ultima cavalcata, all'ultimo battito di cuore. Traustason nei minuti di recupero in scivolata ha gonfiato la rete dell'emozioni del popolo islandese. Ora ci sono gli ottavi contro Rooney. A volte i miti si concretizzano perché sono grandi gli eroi che le compiono, ma a volte un eroe non è inteso come nell'immaginario colletivo. Forte, muscoloso, roccioso, come può essere l'Inghilterra di Hodgoson. A volte l'eroe può essere come Ulisse che nella visione comune ha la voglia, lo spirito di viaggiare lontano battendo, come nel caso dell'eroe greco, il furore "degli dei" della mitologia.